Sì alla proposta di cicloamici per rendere piazza porta grande un ampio spazio pedonale
A nome dell’associazione promoCultura, ho partecipato qualche giorno fa alla presentazione di un corposo studio
redatto da Cicloamici e dall’architetto e urbanista Alberto Marescotti sui possibili interventi per migliorare e rendere sostenibile la mobilità in città. Tra le tante e interessanti proposte mi ha particolarmente colpito quella che riguarda Piazza Vittorio Emanuele II, per noi mesagnesi più comunemente chiamata Piazza Porta Grande.
Ebbene, l’Associazione Cicloamici propone un completo stravolgimento della Piazza con un unico asse viario che parte dalla Porta Grande per immettersi in via Brindisi; ai lati della strada ci sarebbero delle ampie zone pedonali, sullo stesso piano della strada, che sostituirebbero gli attuali due assi viari e i relativi parcheggi.
Ho letto anche l’interessante e rispettabilissima proposta fatta dall’Architetto Ferraro che però mi lascia dubbioso poiché propone un ampio giardino che lascerebbe sostanzialmente immutata la configurazione della attuale viabilità con relativi parcheggi: in questo modo la Piazza e la monumentale Porta Grande resterebbero ostaggio del traffico e delle auto, elemento di non poco conto e per me non accettabile.
La proposta di Cicloamici invece limiterebbe l’attuale disordinata viabilità, eliminerebbe gran parte dei parcheggi che oggi imbruttiscono la piazza ma soprattutto renderebbe potenzialmente e completamente utilizzabile tutta l’area antistante la Porta Grande. Qualcuno potrebbe obiettare che un'unica strada potrebbe non essere sufficiente per regolare il traffico in entrata e in uscita ma il Sindaco nella stessa serata ha comunicato la volontà di riattivare le ZTL e di chiudere, quantomeno parzialmente, il Centro Storico prospettando così un traffico veicolare in entrata e in uscita che andrà sempre più diminuendo.
Al di là che sia la proposta di Cicloamici o quella dell’Architetto Ferraro ad essere adottata dal Comune di Mesagne, ritengo comunque fondamentale, indispensabile e assolutamente necessario porre la piazza sullo stesso piano di calpestio della strada, Solo in questo modo, con un unico piano, si creerebbe una grande e monumentale piazza: provate a immaginare d’estate o in occasione delle domeniche o delle festività una piazza completamente chiusa al traffico con la chiusura che non parte da sotto l’arco della Porta Grande ma proprio dall’inizio della piazza, all’imbocco dell’asse viario che porta nel centro storico: i tavolini dei locali, le gente seduta sulle panchine, i bambini che possono camminare tranquilli e più in genere il “via vai” a piedi dei mesagnesi e dei tanti turisti che vengono accolti non dalle auto ma da un’ampia e bellissima piazza. Tutto ciò incorniciato dalla chiesa dell’Immacolata, dalle antiche abitazioni, dalla villa comunale e dal Torrione che domina sullo sfondo: una meraviglia.
Di non poco conto vi è anche il fatto che potremmo sostanzialmente creare una piazza dove ora piazza non c’è; quanti di noi hanno mai vissuto quel triangolo d’asfalto nero che fino a pochi mesi fa era Piazza Vittorio Emanuele II? E’ sostanzialmente oggi una piazza “morta”, sottoutilizzata, che non valorizza l’accesso al Centro Storico. Una sola parola: è brutta. Alla nostra generazione quindi andrebbe il merito, come lo è stato per i tanti architetti e urbanisti che hanno modificato nei secoli la nostra Mesagne, di aver “creato” una nuova piazza, di averla rigenerata o quanto meno di averla fatta rinascere. Vi pare poco?
Concludo dicendo che comunque tutte le ipotesi sul tavolo vanno analizzate, confrontate e spero che si apra in città un’ampia discussione affinché sia una scelta il più possibile condivisa; la bellezza della nostra città passa anche da queste scelte.
Marco Profilo