Visioni al Salento Fun Park (di Carlo Ferraro)
Ieri sera si è tenuto presso il Salento Fun Park il primo degli appuntamenti di Cinema all’aperto;
si proiettava il film “Milk”, pellicola super premiata, sulla storia di un attivista gay di San Francisco. Ero interessato al film ed alla struttura frequentata prevalentemente dai giovani, ultimamente salita alle cronache per varie vicende.
La mia prima impressione è stata piacevole, di serenità; a differenza della villa comunale, dove ogni fascia di età trova il suo posto (gli anziani seduti sulle panchine di quello che io chiamo il “viale del tramonto”, quello centrale, le coppie mature con gelato sulle panchine laterali su via Tenente Ugo Granafei, le giovani coppie con bimbi nell’area centrale tra la fontana ed i giochi, i ragazzini variamente imboscati nei viali minori), qui ho trovato una piacevole mezcla, dove tutti occupano tutti gli spazi indifferentemente: i ragazzi con gli skate-board che tracciano traiettorie impossibili tra le sedute in paglia e le rampe in ferro per gli skate, i bimbi che usano creativamente tutto, dai cuscini per scivolare sulle rampe ai tappeti per spalmarsi sulle balle di paglia usate come sedute per la proiezione, i ragazzi che si agglutinano in maniera nomade ovunque trovino una nicchia per i loro affanni. Mi ha ricordato molto l’atmosfera rilassata che si respira nei parchi di Berlino, dove non esiste segregazione generazionale ma un calmo vivere insieme.
Due settimane fa si è parlato del Salento Fun Park perché, a parere di alcuni, sarebbe circolata della “troca” nei suoi spazi collettivi. Sappiamo benissimo che la “troca” è l’argomento principe quando si vuol criminalizzare qualcuno, guardandosi bene sempre dallo specificare di che tipo di sostanza stupefacente si stia parlando: per il “pregiudizio comune unico” la troca è la troca, e basta. Omettendo il fatto che una cosa è fumarsi uno spinello una tantum, un’altra è fare uso di cocaina o eroina, che creano dipendenza.
Il Salento Fun Park vive del suo bar che “spaccia” panini e birra, il fast food dei muratori; panini che offrono il loro gusto con la sovrapposizione degli effetti allucinogeni della mortadella, del salame, del formaggio, del tonno. Roba forte, nulla a che vedere col junk food che si spaccia nel centro storico.
E che cosa ha pensato di fare l’amministrazione comunale? Nel comodato d’uso proposto unilateralmente al gestore del parco, ha abolito la somministrazione e vendita di alcolici! (la birra, sempre quella). E nessuno dei consiglieri comunali ha pensato alle conseguenze economiche per la struttura. Questa amministrazione così attenta al sociale attraverso la proposta dei vari regolamenti sui Comitati di Quartiere, ai diversamente abili con il nuovo piano Peba, alla cittadinanza attiva da un lato, dall’altro sta togliendo la possibilità ad una associazione di mantenersi con le proprie forze, una struttura che peraltro accoglie la fascia generazionale più a rischio, gli adolescenti. Un bell’esempio di strabismo morale.
Ancora una volta si cade nell’esclusione e rimozione di un problema, che è quello dei giovani; come sempre vengono percepiti più come una minaccia all’ordine costituito piuttosto che come la parte più sana della nostra società, su cui si dovrebbe investire. Del resto il loro voto è il meno controllabile, su cui i politici nostrani non fanno mai affidamento. Anche perché con i giovani non puoi fingere, né accontentarli con una panchina ed un gelato. I giovani pretendono sincerità e lealtà, non vaghe promesse. E quel comodato “ostile” è la prova della diffidenza che si coltiva nei loro confronti.
Un’ultima nota tecnica: dei tre beneficiari dei comodati d’uso proposti all’approvazione nell’ultimo consiglio comunale, su cui mi sono astenuto, l’unica associazione che negli anni ha migliorato la struttura a loro affidata, con un cospicuo finanziamento ottenuto dagli stessi, è proprio il Salento Fun Park. Gli altri due beneficiari assicurano semplicemente la manutenzione ordinaria del bene comunale a loro affidato.
Per questo, per aver creato un punto di incontro per i ragazzi, per aver gestito con la passione tipica dei giovani il bene a loro affidato, invece di tagliare le ali a questa struttura, proibendone la somministrazione di alcolici, cosa peraltro permessa in tutte le altre strutture comunali, quali il Parco Potì e la Villetta degli Innamorati, non sarebbe invece il caso di proporre una qualche premialità ai gestori del Salento Fun Park?
Carlo Ferraro
Consigliere comunale Movimento 5 Stelle