Ada: disabilità, indicazioni e opportunità
L’ADA di Brindisi è fortemente convinta che lo scambio di esperienze tra anziani e giovani sia alla base di una società solidale.
“I giovani corrono veloci, ma gli anziani ne danno la via”. Sono parole del nostro segretario nazionale Carmelo Barbagallo che In questa visione intende incentivare i saperi, smuovere le conoscenze, rafforzare i diritti fondamentali per promuovere miglioramenti sulla qualità della vita individuale, sociale e professionale favorevoli.
Abbiamo vissuto, in questo primo semestre del 2020, momenti drammatici. Il Governo e il sindacato sono stati fortemente impegnati per contrastare gli effetti sociali ed economici dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, all’incremento delle risorse stanziate, si chiede un approccio sistemico e trasformativo delle politiche che ancora stentano a decollare per raggiungere l’obiettivo della piena inclusione delle persone con disabilità.
Non si riesce a costruire una Legge per la non autosufficienza, nonostante che il “Decreto Rilancio” abbia incrementato il Fondo per la vita indipendente e per il “Dopo di Noi”, “per le strutture semiresidenziali per le persone con disabilità” e per l’avvio al Reddito di Emergenza (REM).
La causa è d’assurgere alla ritrosia amministrativa/politica che ha drammaticamente disarticolato, per la disabilità fra il Nord e il Sud del Paese, la parità delle opportunità e dei diritti di uguaglianza.
Con il D.P.R del 12 ottobre 2017, il Programma d’Azione biennale in materia di disabilità si conviene con “il lavoro di riduzione delle disuguaglianze territoriali” anche in base alla prospettiva della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006.
Serve, come continua a ripetere il nostro presidente Alberto Oranges, avere le idee chiare per creare prospettive di apertura socio-lavorativa e costruire progetti formativi ed inclusivi, che chiedono la piena condivisione della società per i giovani con disabilità, tali da permettere spazi aperti sulla vita del quartiere e della città, scambi comunicativi e confronti sul rapporto intergenerazionale.
Sono note, purtroppo, le criticità e le problematiche che il Paese Italia ha nel rapporto “giovani e lavoro”. La disoccupazione vigente è nella fascia d’età 25-44 anni del 29,3%, mentre il 31,2% per i Neet che non lavorano e/o non lo trovano. La fiducia è nel lasciare anche per i giovani disabili la possibilità di formarsi e trovare spazi formativi e ludiche per evitare condizioni di emarginazione e disabilità fisica e psichica, altrimenti si creeranno barriere non solo fisiche, ma anche culturali, conoscitive e mentali.
L’intento è di fare anche una verifica sulla sanità odierna e di riaprire il dialogo sui questi temi socio-sanitari, cosi com’è previsto dall’accordo regionale del 2016: Liste d’attesa, Riordino della rete Ospedaliera, Assistenza domiciliare integrata, Interventi Covid e gestione delle residenze sanitarie assistenziali per anziani.
L’emergenza Covid ha evidenziato le sue criticità. Penso alla mancanza di cure di qualità territoriali, alle visite ambulatoriali, alle liste d’attesa per ricoveri e agli esami diagnostici.
L’analisi contrastiva alla tutela delle strutture per anziani è stata visibile non solo nel Sud ma anche nel Nord in base alle verifiche di controllo dei Nas. I militari sono stati costretti a firmare ordinanze di chiusura ad alcune Strutture per anziani RSA e RSSA perché abusive, sporche o non idonee.
La situazione di emergenza del Covid-19 ha colpito soprattutto gli anziani e le fasce più deboli. Il bisogno è nel cambiare l’intero sistema delle strutture residenziali socio-sanitarie e di favorire l’assistenza domiciliare al ricovero nelle strutture per anziani. La necessità è in una sanità Pubblica che sia equa e più giusta senza disparità sanitaria territoriale, regionale e nazionale.
Brindisi ha bisogno di una sanità di qualità. I fondi europei potrebbero essere parte integrante per superare i ritardi dagli anni novanta. Non possiamo essere curati con Viaggi della speranza, fuori regione.
Servono strumenti: acquisto di macchinari e infrastrutture sanitarie; ma occorre avere anche nel territorio un servizio soddisfacente al diritto alle cure adeguato ai tempi, un nuovo riordino ospedaliero, una medicina territoriale più adeguata e presidi di assistenza più di prossimità.
Abbiamo detto che “la sanità deve cambiare passo” e avere “una visione proattiva, previdente ed efficace” per affrontare una possibile seconda ondata dell’epidemia.
Crediamo, invece, nella ripresa della contrattazione nei comuni per rafforzare il welfare nelle comunità locali.
Alla luce di queste considerazioni si ritiene utile e costruttivo nella contrattazione di ambito territoriale, continuare a proporre e a impegnarsi per potenziare, ampliare, informatizzare di più per far fronte ai bisogni più complessi e per la predisposizione del programma d’assistenza individualizzato, compresi, in modo particolare, il progetto individuale per le persone disabili.
L’Ada esprime soddisfazione sul progetto “Costruire Insieme” in favore del PEBA – Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche, di Mesagne. Le norme, dettate dal Ministero dei Lavori Pubblici, in particolare le prime circolari del 1967 e dl 1968 facevano riferimento a “assicurare l’utilizzazione degli edifici sociali da parte dei minorati fisici e per migliorarne la godibilità generale”. Per il piano di eliminazione delle barriere architettoniche si fa riferimento all’art.32 della legge 41/1986 e alla 104/92, al DPR n.503 del 24 luglio 1996 e al DPR 380/2001 che chiedono ai Comuni di eliminare il vuoto, di dotarsi e di costruire spazi accessibili e servizi di prossimità ai bisogni delle persone svantaggiate.
Penso al vuoto di pianificazione urbano, ai trasporti (strade, ferrovie, viabilità su gomma), servizi pubblici (Banche, poste) e ai luoghi di fede religiosa. Penso nei centri storici e nei Lidi in vista mare che, di fatto, tra gli arredi urbani, tavolini e fioriere rendono impossibile l’accesso diretto senza ostacoli evitando di fare lo slalom per una carrozzina.
È positivo pensare agli automobilisti, persone con disabilità. Il decreto semplificazione permette di accedere alle ZTL (zone territoriali limitate) in tutta Italia (art.381 del codice della Strada), mentre fino a oggi il permesso di circolazione per accedere nelle zone a traffico limitato era valido solo nel Comune in cui è stato richiesto con un sistema di controllo elettronico, anche se è soggetta a preventiva comunicazione.
È positivo essere Zanardi nello sport, aiutare ognuno a raggiungere le sue massime potenzialità e superare i tanti ostacoli come accade ai tanti atleti paralimpici, che hanno in testa “il loro credo di non voler mollare”. Non parlo solo di Zanardi, ma di bambini, ragazzi e adulti che non hanno nulla in meno rispetto ad altri cosiddetti “normali”. Forse la locuzione non è soddisfacente, ma bisognerebbe parlare di super – abili, di persone, cioè, che superano gli ostacoli di una situazione sociale di solito inadeguata.
Noi oggi parliamo di barriere, ma ognuno di noi ha delle barriere da superare che possono essere quelli fisici, culturali, mentali o conoscitivi legati alla finanza, all’economia, oppure educativo, poiché l’eccellenza è sola nei dettagli, dando attenzione e impegno per raggiungere il massimo delle potenzialità ed essere campioni nella vita senza imbattersi in interazioni con l’ambiente sociale che spesso li immette in una condizione d’isolamento da parte delle istituzioni e delle comunità. Vediamo, infatti, la disabilità all’interno della famiglia, che va a toccare non solo la persona disabile ma tutti i componenti familiari modificandone le dinamiche e il funzionamento. È fondamentale, per tale ragione, pensare a un piano inclusivo del ruolo delle istituzioni e delle comunità, ad aiutare anche la famiglia di appartenenza per essere alla pari rispetto al resto della comunità e che sentirsi in grado di scegliere, di viere, di partecipare rimuovendo gli ostacoli che impediscono loro di farlo e che ne consentono la partecipazione al pari degli altri. In un territorio come il nostro, dove si vive quotidianamente tale condizione in diverse famiglie.
Questo potrebbe essere il risultato di un lungo percorso di condivisione con il Comune di Mesagne, tuttora in atto e fortemente voluto dal sindacato della Uil pensionati e dall’ADA provinciale – Associazione per i Diritti degli Anziani di Brindisi soprattutto per il numero crescente di persone non autosufficienti e disabili che richiedano assistenza per abbattere gli ostacoli che causano quotidianamente difficoltà non solo ai portatori di handicap, ma anche agli anziani e alle mamme con passeggini. È positivo il progetto “Costruire insieme”. Serve per l’ADA ottimizzare i servizi e sconfiggere le logiche del puro assistenzialismo, della tutela, del sostegno e superamento delle disabilità. È un percorso giusto verso il riconoscimento dei diritti individuali dei caregiver familiari, inalienabili perché persone distinte seppur interconnettesse con i propri congiunti con disabilità. La programmazione urbana cittadina deve tener conto degli utenti deboli; promuovere un piano di ristrutturazione e miglioramento urbano delle aree a rischio e non solo (arredo urbano, illuminazione stradale, strade ben tenute, bagni e giardini pubblici fruibili); limitare i tempi di attesa negli uffici, realizzando canali privilegiati per gli anziani; potenziare la presenza delle Forze dell’ordine nei luoghi critici; controlli periodici per la sicurezza delle abitazioni degli anziani (impianti elettrici, gas, ecc.); e incrementare il servizio di teleassistenza e di telesoccorso, realizzando, anche, una campagna diinformazione adeguata e mirata, facendo pervenire a tutte le famiglie, soprattutto a quelle che comprendono anziani e non autosufficienti, la “Carta dei Servizi” oppure una dettagliata comunicazione informativa.
Il problema economico è una criticità di oggi e forse anche di domani. Occorre salvaguardare i giovani e gli anziani pensionati, cominciamo ad aiutare le famiglie e le imprese oggi perché domani potrebbe essere troppo, tardi.
Il percorso è di “Costruire insieme” un cammino che sia di prossimità e che tuteli la sicurezza e il cammino di queste persone, instaurando un tavolo di monitoraggio socio-tecnico di prossimità per verificare l’effettiva applicazione delle nuove linee guida e garantire a un numero sempre più numeroso il cammino verso il diritto dei servizi e delle prestazioni per l’assistenza.
Il presidente dell’ADA provinciale di Brindisi
Tindaro Giunta