Salute pubblica: lettera aperta alla direzione generale Asl.
In questi giorni, da più parti, si è lamentato il ritardo con cui Brindisi, area ad alto rischio di crisi ambientale, destinataria di piano di monitoraggio globale mai attuato fin dal 1998, sito di interesse nazionale per le bonifiche sta procedendo per rendere attivo il Registro Tumori a Brindisi. Prendiamo atto delle assicurazioni fornite dalla ASL e dal Centro di Coordinamento di Bari che presto il primo triennio sarà accreditato.
La ASL di Brindisi - ha scritto Codesta Direzione - ha contribuito con i propri dati alla realizzazione di due studi collaborativi prodotti dal Registro Tumori Puglia, presentati in occasione del Congresso AIRTUM che si è tenuto a Taranto nello scorso mese di aprile, uno relativo all'incidenza di tumori infantili in Puglia, l'altro relativo all'incidenza e sopravvivenza del melanoma.
Ma quello che ci interessa anche è che le evidenze di eventi avversi emergenti nella popolazione Brindisina, sia dal Registro Tumori 2006 (tassi elevati di Linfomi non Hodgkin e tumori della Mammella), sia da altri studi condotti in collaborazione con enti di ricerca (malformazioni, ricoveri, BPCO) conducano a comportamenti conseguenti anche da parte della stessa ASL.
Il registro tumori è uno strumento importantissimo, ma nel contempo la ASL ha a disposizione una mole di dati sanitari per monitorare effetti sanitari delle più disparate cause non solo remote - come nel caso dei tumori - ma molto più prossime a noi e forse ancora attive (ricoveri ospedalieri, cause di morte, consumo di farmaci, esenzioni ticket, certificati di assistenza al parto, indicatori di salute riproduttiva come abortività, malformazioni ecc.) senza i quali non solo è impossibile assumere o indicare misure preventive ma anche programmare in maniera congrua l'attività di assistenza sanitaria.
Sebbene si stiano facendo dei passi avanti nell'ambito della ricerca epidemiologica, siamo ancora indietro in Puglia ed in particolare a Brindisi. Rimanendo alla questione dei tumori infantili, richiamata da codesta Direzione, i primi risultati sono preoccupanti in particolare a Taranto (+35% rispetto alla media italiana). Il dato è statisticamente significativo e richiede, qui ed ora, interventi di prevenzione primaria. Ma riteniamo possano lasciare tranquilli i risultati di Brindisi (+8%)?
Il dato per essere scientificamente solido ha bisogno di essere confermato negli anni.
Tuttavia ci chiediamo e chiediamo se sia etico aspettare di contare nuovi casi, altri bambini e bambine che si ammalano, perché finalmente il ricercatore possa concludere circa la loro eventuale significatività. Peraltro è facile comprendere che, a differenza dei tumori degli adulti, i tumori infantili esprimono esposizioni molto recenti e forse ancora attive e sulle quali si potrebbe e si deve efficacemente intervenire.
Sappiano inoltre dalla scienza, da ricerche svolte in tutto il mondo che anche un micro grammo in più di polveri sottili aumenta il rischio di circa l'1% di tumore ai polmoni. Con numeri alla mano si dimostra che questo incremento è inaccettabile, sul piano etico e perfino politico burocratico (cfr EPA - Agenzia di protezione dell'ambiente americana).
La malattia, dunque, non è solo un brutto scherzo del destino, cinico e baro. E' in certuni casi collegata a fattori, per esempio l'inquinamento dell'aria, che sono modificabili. E chi se non la politica a tutti il livelli, a cominciare da quello comunale, deve modificare questi fattori? La politica deve cioè intervenire per ridurre sino ad annullare l'esposizione di tutti, ed in particolare dei più vulnerabili, bambini, anziani e malati cronici.
In conclusione, bisogna certamente consolidare il registro tumori, ma paradossalmente, se anche a fronte di evidenze sanitarie avverse già disponibili non si mettono in campo politiche che contrastino i fattori sui quali si può già agire, non se comprenderebbe l'utilità.
Si ridurrebbe ad un adempimento burocratico, una stelletta al merito di qualcuno, ma i cittadini rimarrebbero esposti a pericoli incontrollati. Quando diciamo politica pensiamo non solo alle istituzioni rappresentative, ma anche alle pubbliche amministrazioni, come la ASL che di un diritto fondamentale e costituzionalmente sancito come quello alla salute, “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, è per statuto posta a protezione. Essa ha uno strumento potente nelle sue mani, quello dell'intervento nella conferenze dei servizi per le autorizzazione all'esercizio di impianti industriali con la competenza che le deriva dalle conoscenze, quelle acquisite e quelle che si spera vengano continuamente elaborate dai dati ampiamente disponibili, e prescrivere la riduzione delle emissioni nocive, in atmosfera soprattutto, come anche prevede il Piano Regionale della Qualità dell'Aria.
Se l'attività epidemiologica, ancorché carente, non fosse finalizzata alle azioni preventive, allo stato attuale delle conoscenze acquisite, un diverso atteggiamento delle istituzioni locali ed anche della ASL potrebbe configurare una patente rinuncia ai propri compiti e doveri, una vera omissione degli obblighi fondamentali del proprio Ufficio.
Il Presidente
Dott. Marco Alvisi
cell: 3496570610