MBC: ricordando Iqbal Masih, giovane vittima della mafia dei tappeti.
Capita una volta all’anno che l’attenzione del mondo si fermi almeno un attimo sui diritti dei bambini.
Capita, nella data del 20 Novembre, quando ricorre l’anniversario dall’approvazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, avvenuta nel 1989.
Quest’anno, dopo ben 31 anni, c’è ancora bisogno di chiedere che a tutti i bambini sia riconosciuto il diritto a crescere in salute e in sicurezza e a ricevere un’educazione.
Oggi abbiamo pensato di farlo con un gesto simbolico, portando un fiore presso la targa di una piazza che, a Mesagne, è stata intitolata, proprio su iniziativa di una scolaresca, a Iqbal Masih, giovane vittima della mafia dei tappeti in Pakistan ma anche brillante icona dei diritti dei bambini. Iqbal, infatti, con i suoi soli 12 anni riuscì a diventare un attivista e a portare la condizione dello sfruttamento minorile sotto gli occhi di tutto il mondo, costringendo il governo del suo paese ad adottare provvedimenti contro la riduzione in schiavitù. Il giovane pakistano, venne privato, tra gli altri, del diritto all’istruzione ma appena gli fu possibile si batté, a costo della propria vita, affinché altri bambini avessero un destino diverso, finanziando egli stesso la costruzione di una scuola.
Nonostante dal 1989, è innegabile, si siano fatti molti passi avanti, i dati disponibili ci dicono che nel mondo ci sono ancora tanti bambini a cui viene sottratta un’infanzia serena: secondo dati riportati da Rai news, ogni anno un miliardo di minori sono vittime di violenza, mentre 85 milioni sarebbero ancora gli sfruttati per lavoro; uno dei più recenti rapporti Unicef del 2019 ci informa, invece, che un quarto della popolazione infantile mondiale vive in paesi colpiti da conflitti o disastri naturali (in questi contesti 2 bambini su 5 non completano il ciclo di formazione primaria) e 20 milioni sono coloro che rischiano di contrarre malattie per carenza di cure.
Se pensiamo che i paesi occidentali siano del tutto lontani da questi scenari, la recente ricerca di Save the Children ci invita ad aprire gli occhi poiché stima che in Italia il 13,5 % dei minori abbandona la scuola prima del tempo e che, in seguito alla crisi sanitaria attuale, potrebbe aumentare di oltre un milione il numero dei bambini in condizioni di povertà assoluta, sommandosi al milione e 100.000 dello scorso anno.
Collegandoci a questi ultimi dati, un’ultima riflessione richiede il particolare periodo storico in cui ci troviamo: per quanto gli effetti della pandemia coinvolgano tutti, è indubbio che il costo maggiore rischiano di pagarlo le categorie più vulnerabili, per questo diventa importante agire affinché condizioni economiche o di salute diseguali non gravino ulteriormente su coloro che più di tutti andrebbero tutelati e tra questi
ci sono sicuramente i minori.
Associazione Mesagne Bene Comune