All'Isbem Francesco Cubadda: "Nanoparticelle negli alimenti: aspetti critici e valutazione del rischio per persone e animali".

Vi siete mai chiesti perché non serva più slogarsi un polso per rendere il ketchup più fluido o come mai la golosa copertura al cioccolato del vostro gelato preferito sia così croccante?

Il trucco non sta nel ricettario della nonna ma nei segreti della nanotecnologia.

Titanio, silicio, argento sono tra i metalli più comuni utilizzati a scopo alimentare, hanno proprietà stabilizzanti (capaci ossia di preservare la conservazione di alimenti o preparazioni in polvere), anti-agglomeranti e antibatteriche ma solo se in nano dimensioni, ridotti ossia a un miliardesimo di metro.

Se pensate a un ago, servono almeno un milione di nanometri solo per la cruna e almeno mille per un unico globulo rosso.

A causa della loro diffusione e dell’assenza di una regolamentazione ad hoc sul loro utilizzo (nessuna azienda è infatti tenuta a riportare sulle sue etichette l’uso di nano composti) anche l’Europa si divide sui benefici e rischi potenziali.

 

Per scoprire cosa si nasconde tra i nostri piatti, l’ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo), ha organizzato a Mesagne nell’auditorium del convento dei Cappuccini un seminario a porte aperte sul tema "Nanoparticelle negli alimenti: aspetti critici e valutazione del rischio per persone e animali".

A partire dalle 18.00 di venerdì 11 Luglio 2014, Francesco Cubadda,  Ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, prenderà la parola per affrontare i quesiti più interessanti sul tema.

 

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