Le precisazioni dell'Avis provinciale sul comunicato stampa della Fidas.

Quanto scritto ed affermato dalla Fidas Mesagne nel comunicato stampa del 22 luglio 2014 nei confronti dell'attività e del comportamento dell'Avis provinciale è falso, inesatto e scorretto.

E' bene intanto precisare che la convenzione stipulata non ha mai delegato l'Avis alla raccolta del sangue; la ASL cioè non si è mai disimpegnata dalle raccolte, non ha mai dato “in appalto” le attività collegate.

Sarebbe come voler dire, se passasse la versione della Fidas, che il sistema sanitario nazionale nella Regione Puglia abbia abbandonato la lotta e la cura del cancro quando ha accordato le convenzioni alle strutture sanitarie private.

Le raccolte del sangue sono state sempre svolte sotto coordinamento e controllo del Centro Trasfusionale e sotto la responsabilità amministrativa e sanitaria della ASL.

Solo quando quest’ultima si è trovata costretta a ridimensionare le spese destinate al personale (medici, infermieri, tecnici) già impiegato nelle raccolte, ha proposto a tutte le associazioni impegnate nell’attività di raccolta la convenzione oggetto di tante discussioni.

L'Avis, mettendo responsabilmente al primo posto la tutela di chi ha bisogno, ha scelto di sostenere i costi della donazione: strumentazione, ristoro dei donatori, organico iscritto all’Albo Regionale del personale abilitato.

 

Tutto ciò sarebbe stato possibile anche per la Fidas se avesse accettato di sottoscrivere la convenzione.

Pertanto, partendo dall'incipit, il comunicato sembra proprio il più classico dei casi di excusatio non petita accusatio manifesta.

I reali motivi della revoca della convenzione da parte della ASL risiedono nella richiesta e nell'intendimento espressamente formulati dalla Regione Puglia di provvedere alla predisposizione di un modello unico regionale di convenzione da proporre in modo uniforme sul territorio, modello attualmente in corso di definizione presso il CRAT: se davvero la Fidas avesse voluto semplicemente informare del perché della revoca della convenzione sarebbe bastato dare questa notizia.

La prospettiva è stata addirittura stravolta dalla faziosa, infondata e inesatta ricostruzione della Fidas: la realtà è che grazie alla convenzione si è potuto assicurare l’autosufficienza in questi anni, ed è per la revoca della stessa se la provincia di Brindisi si ritrova oggi in emergenza sangue. I numeri ne sono un’evidente testimonianza.

Infine volutamente mistificatoria e offensiva è l'accusa all'Avis di essersi rifiutata di effettuare le raccolte di sangue dopo la revoca: l'Avis ha pianificato un nuovo calendario di raccolte dovendolo adeguare alle limitate disponibilità del personale ASL, il che ha comportato una notevole diminuzione delle giornate di donazione.

Nonostante tutto, grazie all’impegno di tanti volontari ma soprattutto grazie alla sensibilità dei nostri soci donatori, nella settimana dal 14 al 20 luglio, in pieno periodo estivo, l’AVIS ha raccolto ben 417 unità di sangue.

Vogliamo sottolineare che la nostra associazione ha sempre svolto la propria attività e la propria missione di volontariato nell'assoluto rispetto delle leggi, nella più totale trasparenza dei bilanci e nella ricerca continua della collaborazione e dell'intesa con tutte le altre associazioni che nel campo del volontariato si preoccupano davvero di andare incontro ai bisogni dei più deboli.

Ci auguriamo pertanto che le strumentali polemiche costruite intorno alla vicenda si chiudano e che questo sia l’ultimo comunicato che ci ritroviamo costretti a emettere per rettificare una “verità (molto) di parte”.

IL PRESIDENTE AVIS PROVINCIALE

SERGIO ZEZZA      

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego in conformità della nostra Cookie Policy.