InOfficina sulla delicata questione del depuratore a Torre Guaceto.

Sono ore di mobilitazione, quelle che si vivono in provincia di Brindisi per il futuro della Riserva Naturale di Torre Guaceto, la cui zona A (quella severamente controllata e protetta dall’intervento umano) in questi giorni viene deturpata dagli scarichi del depuratore degli scarichi di San Vito dei Normanni, San Michele Salentino e Carovigno.

Il Presidente dell’Associazione InOfficina, Antonio Capodieci, si fa portavoce dell’intera associazione quando parla di «una vera e propria violenza perpetrata ai danni di un’oasi protetta, una perla del nostro Mediterraneo». L’Associazione ha, sin dalle prime battute, abbracciato la difesa della Riserva di Torre Guaceto, partecipando attivamente alle manifestazioni indette per difendere quello che sino ad oggi era un vanto a livello nazionale per la salvaguardia del territorio dagli attacchi esterni.

 

«Con lo scarico delle acque si penalizza l’Oasi e di conseguenza anche tutto il territorio brindisino, che grazie ad esso è riuscito a salire agli onori della cronaca per esempi di civiltà e scelte di vita sostenibili. Sino ad oggi. Quando a sancire la morte di una riserva naturale è la stessa Regione Puglia, però, le ferite si inferiscono ai luoghi e alle popolazioni, odierne e future, che non possono assistere inermi ad uno scempio simile.»

I danni provocati a Torre Guaceto dagli scarichi del depuratore sono vasti e comportano conseguenze disastrose per diversi settori, poiché con i suoi scarichi:

-          Si colpisce l’ambiente che, dopo sforzi durati anni, qui è tornato ad essere protagonista dei luoghi, rispettato, amato, difeso;

-          Si colpisce l’economia che, con esempi positivi di impegno come la cooperativa dei Pescatori del Parco e le aziende che hanno riportato in auge il “Pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto”, si risolleva nel rispetto dell’ambiente e delle sue regole;

-Si colpisce il turismo ecosostenibile, che rende Torre Guaceto fonte inesauribile di scoperte per grandi e piccini con le sue peculiarità uniche;

-Si colpisce la cultura dell’impegno e del lavoro duro e che qui come forse in nessun altro posto in Italia ha saputo trovare terreno fertile per coniugare al meglio salvaguardia dell’ambiente e sviluppo produttivo.

«Troviamo  - prosegue Capodieci - che il comportamento delle “grandi” istituzioni  – Regione Puglia e AQP – sia stato fin troppo sottotono: non una parola, non un gesto concreto è stato sinora messo in campo. Vorremmo che l’Area Marina Protetta di Torre Guaceto rimanesse tale: protetta dagli scarichi, protetta dagli attacchi di chi dovrebbe tutelane la salubrità, protetta dalle istituzioni che dovrebbero averla più a cuore.

Vogliamo sperare che, se non una sensibilità verso i temi rappresentati dall’esperienza Torre Guaceto – che dovrebbe essere doverosa- almeno l’imminente campagna elettorale possa stimolare tutta la classe politica a porre un rimedio immediato a questa autentica iattura.»

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