Riceviamo e pubblichiamo: Lo scorso 18 febbraio l’Associazione Periferia ha fatto visita a Trans Adriatic Pipeline AG.
Il Presidente Raffaele TAFURO e il Segretario Franco SANTORO sono stati ricevuti presso gli uffici di Lecce di TAP per un confronto di chiarezza a fronte di tante notizie apparse sugli organi di stampa circa la collocazione del progetto “tanto chiacchierato” del gasdotto.
Ma principalmente per approfondire il progetto, in un cordiale e sereno dibattito, anche a seguito delle ultime notizie sulla procedura autorizzativa.
Il progetto riguarda la realizzazione di un gasdotto che trasporterà il gas dalle nuove fonti di approvvigionamento nella regione del Mar Caspio all’Europa Occidentale e sud-orientale. La parte del gasdotto di competenza italiana è composta da una condotta sottomarina lunga circa 45 km, da una condotta interrata lunga 8,2 km, da una valvola di intercettazione posta in corrispondenza del punto iniziale del tratto interrato e da un terminale di ricezione del gasdotto (ubicato da progetto nel Comune di Melendugno). Il Tubo di un diametro totale comprensivo di coibentazione sarà cm 90 che, solo per il tratto di attraversamento della fascia costiera, transiterà all’interno di una struttura cementizia del diametro di 3 metri. Il gasdotto non sarà mai visibile perché interrato ad una profondità minima di 1,5 metri, senza impatto sul territorio in quanto verrà utilizzata una tecnica particolare (microtunneling) che permetterà al gasdotto di passare sotto la spiaggia senza fare mai scavi sulla fascia costiera.
Ci è stato riferito e documentato che lo studio per l’indicazione del percorso ottimale del gasdotto è durato tre anni e si è avvalso della collaborazione di esperti internazionali. La soluzione scelta riduce al minimo i rischi e garantisce il minore impatto ambientale sul territorio. TAP è conforme ai più severi standard di sicurezza. Il Via- documento di valutazione impatto ambientale approvato dal Ministero dell’Ambiente. Le carte sono in regola.
Nelle condizioni normali di funzionamento il terminale di ricezione non produce emissioni in atmosfera. Le emissioni occasionali e eccezionali potranno essere al massimo pari allo 0,2% del tempo di funzionamento annuo del terminale. L’attività del gasdotto non produce emissioni né liquide né gassose.
Allora, se le cose sono in questa situazione, e non ci sono dubbi, perché il Comune di Brindisi ha voluto perdere un’opportunità di maggiore sviluppo economico negando la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e maggiore “ricchezza”?
Le aziende brindisine avrebbero avuto la possibilità di aggiudicarsi lavori per la costruzione del terminale che avrà anche necessità di manutenzione nel tempo. Per non parlare poi dei posti di lavoro persi!
I nostri politici non si sono presi la briga di fare una telefonata o chiedere un appuntamento. Non ci risulta che hanno convocato i dirigenti di TAP per una audizione in comune. Da dove deriva la loro decisione? Forse per sentito dire dai comitati del NO TAP?
Da dati acquisiti, risulta che la mancata realizzazione del sito TAP nell’aerea Brindisina è l’ennesimo colpo duro sul fronte occupazionale e la crescita economica di tutta la provincia.
Vorremmo far comprendere la ghiotta occasione persa in termini di numeri: la Trans Adriatic Pipiline AG per la realizzazione del sito dovrà spendere circa 80 milioni di euro l’anno per circa 5 anni (termine lavori) per un totale di circa 380 milioni totali, inoltre la messa in opera delle strutture necessita di una forza lavoro di circa 340 unità.
Ma non è finita, una volta terminato il sito il fronte occupazionale sarebbe stato (tra dipendenti diretti, aziende appaltanti e servizi) di 130 unità per almeno 50 anni!!!
Quindi lasciamo immaginare alla gente la ricaduta economica a seguito della grande massa di denaro circolante in tutte le fasi del progetto “tanto chiacchierato”.
Il Presidente Raffaele Tafuro
Il Segretario Franco Santoro