Xylella: Fermiano l'abbattimento, Buone Pratiche agricole per la cura dell’olivo

Chiariamolo subito: siamo dalla parte di chi in questi giorni, a Oria come a Veglie, si arrampica sugli alberi per difendere gli ulivi. Con loro condividiamo dolore, rabbia e impegno civile.

 

Siamo tra coloro che denunciano che l'applicazione del piano Silletti sarebbe una sciagura ambientale e sanitaria senza precedenti per il nostro territorio.

La nostra voce non è sola e si unisce a quella di migliaia di agricoltori, associazioni, agronomi, imprenditori, artisti, scrittori, politici, scienziati, cittadini. Da Erri de Luca ai Sud Sound System, da Peacelink a Famiglia Cristiana, da Micromega a Medicina Democratica.

Crediamo che prima di abbattere gli ulivi bisogna curarli.

La causa del disseccamento degli ulivi ha probabilmente radici profonde e tocca argomenti difficili da affrontare: l'abbandono dei terreni causato dalla crisi dell'agricoltura e dalla mancanza di reddito per i contadini, l'utilizzo massiccio della chimica, l'abbandono delle pratiche tradizionali.

Pensiamo che il ritorno alle buone pratiche tradizionali sia strumento di prevenzione e di cura.

Abbiamo realizzato una breve guida, tratta dal blog spazipopolari.blogspot.it, che contiene pratiche adottate con successo nella zona del Gallipolino.
Alberi in fase avanzata di disseccamento che sono rinati, tornando a fiorire e vegetare.

La guida è liberamente scaricabile dalla nostra pagina facebook all'indirizzo www.facebook.com/mesagnebenecomune

Chiediamo alla politica e alle istituzioni di adottare tutti gli strumenti di prevenzione e di ricerca scientifica prima di abbattere un solo albero.

Chiediamo al ministro Martina, al presidente Vendola, al commissario Silletti, di rispondere a queste domande, finora ignorate:
1 - Se l’unica ricerca scientifica sulla Xylella è quella del 2010 in California dice che il batterio non è patogeno per gli ulivi, in base a quali altre ricerche scientifiche si stanno abbattendo gli alberi del Salento?
2 - Se la scelta di abbattere le piante non ha funzionato con i kiwi, perché dovrebbe funzionare con gli ulivi?
3 - Se persone con nome e cognome, proprietari di ulivi, dichiarano di poter dimostrare con le loro piante che questa malattia si sconfigge con metodi non distruttivi, perché non prendere in considerazione queste esperienza?
4 - Perché se solo una piccola parte degli ulivi malati è infestata da Xylella si vogliono abbattere anche gli altri?
5 - Come è possibile che, stando al decreto del ministro Martina, si possa riconoscere a vista, a colpo d’occhio, l’infestazione di un batterio che, invece, andrebbe identificato in laboratorio?
6 - Perché l’Istituto Agronomico del Mediterraneo (IAM) non consente alla Magistratura il confronto tra i ceppi di Xylella trovati negli ulivi e quelli isolati dall’Istituto?
7 - Perché dire che l’Unione Europea ci chiede di abbattere gli ulivi quando ha solo accolto la proposta della Regione Puglia di farlo?

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