Da Mesagne la raccolta di materiali per i profughi bloccati alle frontiere d’Europa
Verso il piccolo paese greco di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, da settimane i migranti vivono in condizioni precarie in campi e tende,
in attesa che si riapra la “rotta balcanica” o che qualcuno si occupi di loro. Sopravvivono tra fame, freddo ed epidemie. Di questo esercito di disperati in crescita quatto persone su dieci sono bambini.
Il materiale raccolto verrà personalmente consegnato all'ong SALAM con sede a Martina Franca (TA) (http://www.associazionesalam.org/ ) che successivamente lo invierà all'Adm_Aid Delivery Mission (http://aiddeliverymission.org/) che sta aiutando i profughi a resistere all'indifferenza dell'Europa.
Servono: asciugamani, prodotti per l’igiene personale (saponi piccoli, shampoo, dentifrici, spazzolini, salviette per neonati e pannolini) stivali per bambini e adulti (da pioggia) di tutte le taglie, indumenti impermeabili, giacche calde, biancheria intima nuova per tutte le età, per uomini e donne (calzini, reggiseni, canotte, mutande, calzamaglie), zaini e borse da viaggio, biberon nuovi. La consegna del materiale dovrà avvenire entro venerdì 1 aprile presso la sede di Opificio Sociale via Giuseppe Trono 53 a Mesagne durante il seguente orario: Lunedì-Mercoledì-Venerdì dalle 16 alle 19.
(Informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; 3207075916 Marica, 3295868216 Maria).
Che cosa sta accadendo a Idomeni? Dal 2014, i rifugiati che scappano dalla guerra civile in Siria, dall’Afghanistan, dal Pakistan e da altri paesi del Medio Oriente, raggiungono Idomeni per attraversare il confine greco ed entrare nella Repubblica di Macedonia. La Macedonia è uno dei paesi della cosiddetta "rotta balcanica" che i migranti intendono attraversare per giungere in Germania e nei paesi del nord Europa. Questa rotta viene preferita dai migranti perché attraversa paesi che non fanno parte dell'Area Schengen e, in caso di arresto, i rifugiati vengono spediti al confine croato o ungherese - più vicino ai paesi di destinazione desiderati - anziché in Grecia, che si trova molto più a sud. Dal 2015, la Macedonia ha chiuso le frontiere meridionali, con l'obiettivo di impedire ai migranti l'ingresso di massa nella ex-repubblica jugoslava. Questa situazione ha provocato una crisi umanitaria in Grecia e Idomeni si è trasformata nell’ingestibile campo profughi che accoglie ogni giorno sempre più persone che intendono attraversare il confine in direzione nord. Nel marzo 2016 la crisi migratoria ha raggiunto una situazione insostenibile. Oggi il campo profughi arriva a contenere una quantità di migranti ospitati dieci volte superiore al numero di capienza massima, con conseguente chiusura della frontiera da parte della Macedonia. Quindicimila persone giacciono nel fango in attesa di una decisione che ne stabilisca il destino. Possiamo solo stare a guardare?