Primo inquietante bilancio dei botti 2018 di Vito Totire
Le prime notizie sugli effetti del modo di festeggiare il capodanno 2018 sono inquietanti ma sono anche lo specchio della situazione sociale e culturale del paese;
al momento si parla di 1 morto, 500 feriti di cui 44 gravi (con prognosi superiore a 40 giorni); Il campo è stato preparato da una significativa offerta di merci micidiali (tipo o’ coreano prodotto a Napoli – pare cosi 100 euro – ma anche tanti botti “legali” reperibili sugli scaffali dei supermercati); anche il terreno è stato preparato dalla ignavia del ceto politico che non solo non ha spesso quasi nulla per contrastare lo scempio ma ha anche finanziato spettacoli (roghi e fuochi pirotecnici) segnale comunque di legittimazione di spreco e inquinamento; alcuni enti locali hanno “giustificato” la loro condotta facendo riferimento alla “tradizione” il che è semplicemente patetico, manipolatorio e falso… A Bologna la “tradizione” del rogo in piazza Maggiore risale al 1922 o al 1923 (il sito del Comune non conosce la data esatta…) e dunque risale a dopo la marcia su Roma dei fascisti…
Prima di accendere un rogo occorre interrogarsi sul suo significato storico e antropologico; le origini dei roghi non sono solo votive (inquinano comunque) ma più spesso evocano distruzione di libri, condanne a morte per “streghe” ed eretici…
Bologna poi, avendo il signor Bonaccini accolto la richiesta del suo collega presidente della regione Lazio, di accogliere un tot di rifiuti (anche) nell’inceneritore di Granarolo poteva evitare qualche altro incenerimento (Bologna città, Minerbio che, come Bologna, confina con Granarolo, Molinella, ecc.).
Poche ordinanze di sindaci hanno cercato di contrastare l’orrenda carneficina che constatiamo oggi; non un pensiero del governo, non un pensiero della opposizione, non un pensiero dell’ANCI (sarà il caso che questo ente proponga ai suoi associati una ordinanza omogenea a cui chiedere a tutti i sindaci di aderire in attesa che un governo batta un colpo?).
Oggi quindi ci troviamo a prendere atto di un morto, di una mano amputata a Castiglione dei Pepoli (dove peraltro c’è una vecchia tolleranza della amministrazione comunale a favore dei fuochi artificiali), un occhio amputato ai danni di un cittadino cinese a Modugno!!! (e qui si mette il dito nella piaga), dita amputate in particolare in provincia di Bari… un testicolo amputato ad un povero bambino a Milano…
Mentre rilanciavamo la nostra modesta “campagna” periodica contro botti e sprechi abbiamo preso atto – già nota quella con Legambiente – della sintonia delle nostre proposte con quelle avanzate da tanti altri soggetti dal Codacons ad associazioni animaliste, così abbiamo avuto notizia di numerose altre ordinanze sindacali (anche se alquanto disomogenee tra loro) di cui non eravamo a conoscenza; intendiamo costruire una anagrafe di questa rete di resistenza materiale e culturale contro lo spreco e l’inquinamento; un augurio ai feriti di pronta guarigione; alle persone che, purtroppo, subiranno postumi permanenti, nessun “rimprovero, ma ci facciano un gesto di generosità: si rendano disponibili a fare da testimonial nelle nostre prossime iniziative…
DOBBIAMO CONSTATARE CHE LA NOTTE DI CAPODANNO SONO STATE USATE, ANCHE QUESTA VOLTA, ARMI DA FUOCO, quindi sarebbe semplicistico pensare di risolvere tutto con alcuni divieti; C’E’ POI, COME E’ OVVIO, UN PROBLEMA GENERALE DI PREVENZIONE DI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI E VIOLENTI CHE SCATURISCONO DA FRUSTRAZIONI SOCIALI E INFELICITA’ DIFFUSA, OLTRE CHE DA QUESTIONI “CULTURALI”, TUTTAVIA DOBBIAMO RAGIONARE ANCHE IN TERMINI DI POLITICA DI RIDUZIONE DEL DANNO E DUNQUE, ostinatamente ma inevitabilmente dobbiamo ribadire:
Stop alla produzione, commercializzazione e importazione di botti e fuochi artificiali; IL DIVIETO D’USO LIMITATO ALLA NOTTE DI CAPODANNO E NON PREVENUTO DAL DIVIETO DI COMMERCIALIZZAZIONE E’ UNA ASSURDA INCONGRUENZA
Fare dei botti la punta dell’iceberg di un programma di boicottaggio della produzione di merci nocive e mortifere (né botti e fuochi sono le peggiori… come abbiamo appena detto delle produzioni belliche di Domusnovas…che anzi se i bambini e i cittadini yemeniti sono esposti a “fuochi non artificiali” ma che tra un fuoco e l’altro c’è una inevitabile continuità.