Il Salento vuole vivere: migliaia di olivicoltori oggi a Lecce

Una grande manifestazione per fermare l’emorragia produttiva causata dalla xylella

Olivicoltori, frantoiani, sindaci da Lecce, Brindisi e Taranto

 

LECCE – Sono arrivati da tutto il Salento: olivicoltori, frantoiani, le associazioni agricole che si riconoscono nel coordinamento di Agrinsieme (CIA Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Alleanza per le Cooperative), sindaci, semplici cittadini, tutti riuniti in corteo dietro uno striscione significativo: “Il Salento vuole vivere”. Una mobilitazione per ricordare a tutti, a ogni livello istituzionale, che nei territori di Lecce, Brindisi e Taranto gli agricoltori stanno combattendo una battaglia per la Puglia, per l'intero Paese, contro la xylella. Contro l'azzeramento drammatico del settore olivicolo, contro la chiusura di centinaia di frantoi, per non continuare a perdere migliaia di posti di lavoro, come un'emorragia che dissangua il territorio, lo priva del suo paesaggio, del suo pane e del suo futuro. La guerra contro la Xylella è per far continuare a vivere il Salento, la Puglia, l'agricoltura e il turismo.

CIA Agricoltori Italiani della Puglia, così come tutte le organizzazioni unite nel coordinamento di Agrinsieme, hanno accolto con favore il primo risultato importante della loro battaglia rappresentato dal decreto del ministro Centinaio su gelate e xylella. Si tratta, però, di un primo passo, a cui dovrà seguire l’elaborazione e l’attuazione di un più vasto piano di sostegno agli agricoltori pugliesi e rilancio dell’agricoltura in una regione che, finora, è stata lasciata sola ad affrontare una delle più grandi e drammatiche piaghe per il comparto primario. La diffusione e il continuo espandersi del batterio xylella, infatti, ha provocato un vero e proprio crollo produttivo e reddituale nelle zone più colpite, con un decremento della produzione che ha cancellato oltre un milione di giornate lavorative nel settore olivicolo. Di fronte a una crisi epocale, che mette a rischio il presente e soprattutto il futuro del comparto primario, è necessaria una superiore unità d’intenti e una nuova complessiva strategia di sviluppo che preveda linee d’intervento, risorse, investimenti, capacità progettuali tali da invertire la drammatica spirale della crisi.    

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