Un interessante Convegno a Mesagne sulla figura del Giudice Rosario Livatino
Si è svolto nella giornata di ieri nella splendida cornice del Teatro Comunale di Mesagne il Convegno sulla figura del Giudice
Rosario dal titolo “SUB TUTELA DEI: Livatino, testimone di fede e diritto” ed organizzato dall’Ufficio di Pastorale Sociale diocesano e da diverse realtà associative locali anche del mondo giudiziario.
Molti gli interventi che hanno provato a restituire la ricchezza della figura del magistrato – venerato dalla Chiesa come servo di Dio – la cui fase diocesana del processo di beatificazione si è conclusa il 3 ottobre scorso in Agrigento. Dopo un cordiale saluto rivolto ai relatori, agli ospiti e al folto uditorio dall’Avv. Pantaleo Binetti, collaboratore dell’Ufficio di Pastorale Sociale, i lavori hanno avuto prosecuzione con l’introduzione curata dall’Avv. Francesco Laterza, responsabile parocchiale settore adulti di Azione Cattolica di Mesagne, che ha ricordato l’attualità dell’insegnamento del “giudice ragazzino” ed il suo approccio verso il ruolo del magistrato sempre attento anche alla persona giudicata.
I lavori sono proseguiti con l’intervento di don Giuseppe Livatino, parente del giovane magistrato e postulatore della causa di beatificazione, che oltre a riferire ampi stralci degli esiti del processo ha anche sottolineato la figura di un magistrato il cui profilo professionale era inseparabile dal suo rigore morale e personale. Ulteriore approfondimento sulla sua figura è stato quindi fornito dal dott. Domenico Airoma, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli Nord presso cui coordina le indagini sulla c.d. terra dei fuochi, che ha riferito della profonda attualità degli insegnamenti del giovane martire della violenza mafiosa, anche nel quotidiano esercizio della giustizia.
I lavori sono stati conclusi dall’Arcivescovo Domenico Caliandro, il quale ha richiamato la memoria i tanti martiri della fede uccisi dalla mafia come don Pino Puglisi e don Giuseppe Diana.
Uomini – ha ricordato l’arcivescovo – che hanno seguito Cristo lungo la strada che li ha portati a condividere anche la stessa Croce.
Più volte durante gli interventi dei relatori ma anche durante partecipato dibattito che ne è seguito, sono risuonate alcune frasi dello stesso magistrato siciliano: “Al termine della vita non vi verrà chiesto se siete stati credenti, ma se siete stati credibili”. E ancora: “Per la fede cristiana la giustizia è necessaria ma non è sufficiente, perché deve essere superata dalla carità”, proprio a sottolineare la solida chiave di lettura con cui Rosario Livatino ha saputo sempre coniugare tutta la sua vita: Codice e Vangelo.