La Uil Stu Appia Antica analizza la situazione attuale.
La Uil pensionati di Brindisi “Stu Appia Antica”, apprezza i nuovi toni, il diverso linguaggio, la costruttività e il rispetto istituzionale nei confronti dell’Europa,
di cui l’Italia è protagonista, ma, in un momento di Riforma e Controriforma del Paese, bisogna essere visionari abbandonando gli errori del passato che hanno creato incertezze e minato la crescita del Paese e incrementato il debito pubblico. Il sindacato nel chiedere“quali siano gli scenari economici e politici” che il Governo giallo-rosso intenda adottare per rispettare i valori fondamentali che sono nella chiara idea di società che sono negli anziani, nelle loro famiglie, negli ammalati, nelle persone non autosufficienti e nella collettività con persone al centro della comunità e imprese al centro dell’economia.
Per la Uil pensionati anche la Nota di Aggiornamento del Documento Finanziario che sarà presentata prima alle Camere e poi a Bruxelles, non è del tutto esaustiva per la crescita del lavoro se con l’aumento delle aliquote si aggrava il peso delle famiglie e non si pone attenzione ai giovani.
La necessità, quindi, non è nel chiedere più deficit, ma nel proporre un avvio di un nuovo piano strategico di politiche che abbiano come obiettivo investimento industriale e sociale per imprimere una vera svolta per la crescita dell’economia e della realtà sociale.
Il Documento, ancora non pronto alla lettura, richiede una visione più ampia “nel dettaglio e nelle cifre prima di esprimere un giudizio compiuto”.
Dalle informazioni ricevute vi sono segnali positivi per la ripresa dell’economia, rispetto alle politiche del passato ma, per il sindacato, occorre un cambio di passo che faccia riferimento ai 15 milioni pensionati italiani; di cui il 90 per cento ha una pensione a rischio di povertà. I pensionati, e soprattutto i sofferenti e gli ammalati poveri, non possono essere trattati dal Governo come un bancomat ed essere, allo stesso tempo, “ammortizzatore sociale” delle famiglie e quindi della collettività.
La Comunità ha bisogno di “fare impresa”, di un “Patto per lo sviluppo del Sud” e di un “Patto della Fabbrica”, specie nel territorio brindisino.
Questo significa avere voglia di fare bene nell’interesse della collettività e nel raggiungimento degli obiettivi che sono evidenti in un “Fisco equo, nel lavoro, in una sanità più giusta e in una legge sulla non autosufficienza”.
Per raggiungere queste priorità la necessità per il sindacato è di” fare impresa” e di valutare la crescita del Paese e le criticità che esistono sull’inclusione sociale, sul lavoro per gli adulti, sulla mancanza del lavoro per i giovani e le ingiustizie sociali nelle politiche di genere come occorre avere voglia di produrre e di realizzare bene nell’interesse della collettività e risolvere il nodo risorse senza lasciare il Meridione e la sanità del Sud al palo.
Bisogna fare chiarezza. In questa Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, come dice il segretario Carmelo Barbagallo: “Non ci sono le misure che avrebbero dovuto dare una scossa all’Italia”. La necessità è nel passare dalle “parole ai fatti” graduando gli interventi per l’economia in un piano di medio termine che aiuti il settore manifatturiero per il Sud, si orienti a rilanciare l’industria 4.0 e crei un Piano-Programma con obiettivi per la soluzione del “Piano per il Sud” che intervenga sulle Emergenze-Urgenze per lo sviluppo del Mezzogiorno.
I motori dell’economia meridionale sono ridotti al minimo. Il Sud, nei primi mesi del 2019, ha visto affievolirsi la sua “capacità di spinta”. La frenata è già ampiamente visibile nell’ultimo trimestre del 2018, infatti, nei primi mesi del 2019, le imprese attive sono meno di 1 milione settecento mila (esattamente come l’anno prima). Gli occupati al Sud tornano sotto la soglia dei 6 milioni, con un calo nella maggior parte delle regioni, tranne Molise, Puglia e Sardegna.
I disoccupati sono circa 1milione e 500 mila, mentre molti di più sono gli inattivi. Il tasso di attività si ferma al 54% e quello occupazionale al 43,4%. Resta particolarmente elevata la disoccupazione giovanile, che raggiunge il tasso record del 51,9%, in pratica, più di un giovane meridionale su due non lavora. L’emergenza lavoro per i giovani, che ha caratterizzato la fotografia del Sud degli ultimi anni, non accenna a ridursi, sebbene solo ¼ circa delle domande di reddito di cittadinanza presentate facciano riferimento a persone di età inferiore a quarant’anni. È necessaria una nuova strategia politica, che sia di cambiamento profondo e non di breve periodo e che sia per l’impresa meridionale un vero pilastro su cui costruire l’intera azione pubblica. Essa deve essere centrata sull’impresa partendo dal rapido avvio delle Zone Economiche Speciali per rilanciare l’imprenditoria e gli investimenti al Sud.
Serve una nuova politica vera che non sia costruita sul debito, che non sia visibile solo nelle intenzioni, ma sia spiraglio per riscoprire una nuova stagione dei doveri in un’Italia nuova e più giusta da costruire il tutto insieme, e per erigere eguaglianza e solidarietà nel rispetto della dignità sociale di ogni collettività partendo dal basso. Un grande piano infrastrutturale da proporre all’Europa attiverebbe “milioni di posti di lavoro e collegherebbe territori, includendo persone e creerebbe lavoro importante per la richiesta di una realtà sociale più coesa che domanda più crescita e meno debito pubblico”.
In questo abbiamo bisogno di un’Europa più solida e più coesa per un partner più credibile che vede nel dialogo e nell’interesse del bene comune, la convivenza e la cooperazione per il futuro di un’Europa più unita e solidale. Per la sua Storia e la sua posizione di seconda manifattura d’Europa, l’Italia dovrà svolgere un ruolo di primo piano in questa stagione riformista dell’Unione europea avendo cura di usare la crescita per ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà.
Lo Stato deve supportare le imprese creando filiere del futuro incentrate sulla sostenibilità nelle sue accezioni moderne: generazione, sociale e ambientale.
La Uil pensionati vuole imprese in cui lavorano insieme più over 65enni e più under 35enni e chiede più sicurezza sul lavoro come bisogno di avere più sostenibilità ambientale chiudendo integralmente il ciclo del trattamento dei rifiuti industriali e urbani.
Ciò significa voler costruire con impegno un futuro migliore per i nostri figli e nipoti facendo impresa e avendo coraggio e senso di responsabilità in una visione d’impegno e di risorse per agire da protagonista e costruire un progetto sostenibile ed efficace nel segno dell’efficienza, solidarietà ed equità, pilastri di valori e competitività per i nostri territori che vogliono l’unitarietà del bel Paese.
La Uil ha indicato, da molto tempo, le priorità per una politica economica capace di rimettere in moto il Paese con più crescita, meno deficit e meno debito pubblico. Nella fiducia di questi capisaldi di misure anticicliche è possibile superare ogni resistenza ideologica e assicurare alle imprese un’indispensabile competitività di sistema, rese necessarie ancor più dal rallentamento dell’economia tedesca.
L’auspicio è nel mettere al centro della nostra attenzione l’economia reale e una politica monetaria che si mostrino sensibili ai temi dello sviluppo e del Bene Comune.
Per fare questo la priorità è negli abbattimenti strutturali del cuneo fiscale e nel promuovere investimenti sulle infrastrutture per un piano d’inclusione a favore delle aziende, dei lavoratori e dei giovani. La Uil pensionati si preoccupa per la totale assenza sul blocco della rivalutazione delle pensioni ai pensionati come in un mancato riferimento al rinnovo dei contratti pubblici e del taglio delle tasse ai lavoratori dipendenti cosi come non è possibile nel Def far passare sotto traccia l’avvio delle trattative dei contratti per il triennio 2019-2021.
È apprezzabile, invece, la ripresa degli investimenti pubblici come l’intenzione d’interrompere i tagli per la sanità e la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna.
La Uil chiede che si realizzi un cambio di passo, ma la necessità è che oltre alle parole vi siano i fatti e si accetti la proposta per un aumento dell’assegno di pensione e delle buste paghe dei lavoratori. La rivalutazione del reddito di pensione è ferma dal 2009. Non si comprende del perché la nostra richiesta non veda la luce e non si alzi l’asticella.
La svolta, per la Uil pensionati, è in un nuovo disegno strategico che rilanci il Paese. Il sindacato considera positiva la proposta del Governo di fare una manovra espansiva non fondata sul debito, anche se la proposta Def intende portare il deficit/Pil al 2,1% o al 2,2%: un debito insostenibile che avrebbe bisogno di una riforma tributaria del credito più che di una rimodulazione delle aliquote.
Nel frattempo la Uil pensionati, in modo unitario e quindi insieme a Spi Cgil e Fnp Cisl, ha avviato per la metà di novembre un’iniziativa nazionale a Roma, anticipata da un percorso di mobilitazione a livello territoriale, nel porre l’attenzione del governo su un “fisco equo, sulla rivalutazione delle pensioni, su una sanità pubblica e universale e sulla non autosufficienza e sanità” per tutelare i pensionati che hanno bisogno anche dei figli e dei nipoti. La Uil pensionati di Brindisi “Stu Appia Antica” crede nel governo che ha arginato le tensioni, sovraniste; ora occorre mettere a fuoco le nuove condizioni per rilanciare la crescita sociale e quella economica senza un nuovo deficit, puntando sul lavoro, le infrastrutture, l’industria 4.0 e i giovani creando nuovi posti di lavoro senza lasciare i genitori anziani e/o non autosufficienti soli. Per fare questo è necessario un cambio di passo del Governo rispetto al passato che “aveva promesso il cambiamento e di cancellare la povertà”. La Uil pensionati chiede al Governo di essere ascoltata passando dalle “parole ai fatti”, rimanendo sensibili verso le persone più fragili e gli ammalati che hanno bisogno sia di una sanità di qualità ed efficiente sia di un assegno di pensione rivalutato come della separazione della previdenza dall’assistenza non più rinviabile e di una legge nazionale sulla non autosufficienza, considerata una vera e propria emergenza nazionale che riguarda milioni di anziani e le loro famiglie.
Il segretario della Uil pensionati “Stu Appia Antica”
Giunta Tindaro