Antonio Carriero, un ricordo di Cosimo Zullo.

Ieri sera è morto Antonio Carriero. Uomo impegnato nel sindacato e nel sociale.

Pubblichiamo un ricordo scritto da Cosimo Zullo: “Ci siamo conosciuti con Antonio Carriero durante un Convegno nel novembre del 1974 a Matera. Il tema del Convegno era”L’irrigazione e il Sud”. Il Convegno venne concluso da Luciano Lama, segretario generale della CGIL. Da alcuni mesi io ero entrato nella Federbraccianti, lui invece proveniva da una esperienza di lavoro in fabbrica, e mi raccontava di come aveva conosciuto il Sindacato negli anni 50- 60, prima da delegato e poi direttamente nella categoria dei chimici della cgil. In quelli anni Antonio si era rapportato con dirigenti “storici” della Camera del Lavoro come Salvatore Morelli, Antonio Somma, Cosimo Scalera, Cosimo Ostuni, Enzo Dinoi e in particolare con Antonio Daloisio, sempre più amico fraterno nel corso degli anni.

Antonio raccontava che aveva vissuto momenti molto difficili nella cgil quando non vi era la possibilità di pagare i compensi ai compagni che stavano nel Sindacato.

Molto spesso mi diceva, Antonio Somma, da segretario della Camera del Lavoro, insieme a Salvatore Morelli, che facevano difficoltà a reperire risorse finanziarie per i ritardi delle somme che arrivavano dal centro confederale.

Mi raccontava che una vigilia di Natale, per dare degli acconti ai compagni, avviarono una sottoscrizione in tutte le leghe in pochissime ore. Poi agli inizi degli anni 70, la CGIL decise di avviare l’esperimento delle zone sindacali, per mettere il gruppo dirigente più in contatto con il territorio. Lui Antonio, venne indicato di seguire la zona sud, con sede a San Pietro e molto spesso si incontrava con il compianto Angelo Capodieci ( dirigente di zona della Federbraccianti), per preparare assemblee, comizi, manifestazioni dei braccianti e dei coloni. Dovevano rapportarsi con capilega storici come Antonio Pascarito, Bruno Cesano, Gino Ingrosso. Capodieci e Antonio divennero molto amici, per le tante ore che stavano insieme nella zona sud.

Ma quelli erano gli anni anche del duro confronto politico tra PCI e PSI, e molto di tutto ciò si riverberava dentro al dibattito del Sindacato.A volte io e Antonio eravamo su posizioni divergenti e anche in aperto contrasto, però sempre nella correttezza e nella lealtà di posizioni.

Il massimo delle difficoltà unitarie venne raggiunto nel periodo dello scontro sulla scala mobile ( 84-85), con la componente comunista della cgil su posizioni opposte a tutto il resto del Sindacato.

Antonio però non demordeva mai nel ricercare e preservare l’unità del Sindacato.Amava la CGIL,la sentiva casa sua. In lui traspariva tanto orgoglio, di essere stato dirigente di questo Sindacato provenendo da famiglia modesta, non avendo potuto proseguire negli studi,trovava nel Sindacato una grande forma di riscatto morale e culturale. Egli negli ultimi anni, già lontano dai rapporti diretti con l’organizzazione, viveva una forma di” disorientamento”.Lui che almeno per circa 60 anni , ne era stato sempre vicino, sentiva quasi con fastidio questa forma di distacco.

Alla famiglia giunga un forte abbraccio da chi lo ha conosciuto da così vicino in tutti questi anni.

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