Non c’è più tempo da perdere i lavoratori non si rassegnano a un futuro senza lavoro e senza diritti
Sabato 25 gennaio presso il nuovo Teatro Verdi di Brindisi si parlerà della transizione ambientale
che il nostro territorio sta per affrontare, e la CGIL si augura che questa forte chiamata di presenze possa tornare utile per tutta quella forza lavoro impiegata nel settore.
Il periodo si prospetta molto lungo e fortemente difficoltoso, in quanto le aziende esistenti dovranno ricercare nuove opportunità di sviluppo che non potranno prescindere dagli investimenti di Enel sul territorio.
I Sindacati Confederali sono molto preoccupati di quanto accade sul nostro territorio dall’inizio della fase di de - carbonizzazione, tant’è che le loro Strutture Categoriali hanno opportunamente richiesto alla Prefettura l’inizio di una procedura di raffreddamento sindacale tesa a comprendere i reali intendimenti di Enel rispetto agli investimenti energetici alternativi da effettuarsi sul territorio.
Si chiede se, come programmato e ad oggi inattuato, il progetto aziendale preveda ancora l’essenziale installazione dei nuovi gruppi di produzione , la conferma del Laboratorio Chimico-Ambientale, lo sviluppo di attività innovative sull’accumulo, sul fotovoltaico, l’eolico, rinnovabili di nuova generazione e l’insediamento di una sede strutturata di rilevanza nazionale di ENEL Green Power - realtà in forte espansione per le attività di realizzazione, gestione e controllo dei nuovi impianti di energie rinnovabili - per fare di Brindisi un sito pilota per la transizione energetica. Questo perché già adesso si misura la forte contrazione sulla forza lavoro, e man mano che il processo di chiusura avanzerà saranno sempre maggiori le perdite in termini economici e lavorativi. Lo stesso indotto, se non si riprogramma una fase di investimenti sul territorio, subirà un drastico ridimensionamento che porterà ad oltre un migliaio di perdite di posti di lavoro.
Così come il porto di Brindisi, la cui gestione ha già registrato la forte contrazione di lavoro conseguente al calo di traffico industriale e dovrà quanto prima trovare nuove opportunità d’investimento che riaprano il ciclo produttivo.
La decarbonizzazione può rilevarsi una grande opportunità solo se verranno contestualmente programmati adeguati investimenti per lo sviluppo economico e produttivo.
È da qui che nasce l’obbligo di non lasciare dietro nessuno, per evitare che siano i lavoratori a pagare i costi della transizione.
La crisi nel nostro territorio, tra l’altro, è trasversale e colpisce diversi apparati produttivi. Mancano risorse adeguate per l’infrastrutturazione materiale e immateriale, per le infrastrutture sociali, scuola e welfare in primis, per un piano di messa in sicurezza e cura del territorio, per la transizione energetica, quindi, come fattore di innovazione di tutte le filiere produttive.
Dunque, le scelte di investimento in campo ambientale hanno molto a che fare con il rilancio dell’economia, dei vari settori produttivi. Questa prospettiva è ancora più credibile per gli impegni assunti dalla nuova Commissione Europea guidata da Ursula Von der Leyen, che ha annunciato di voler fare del Green New Deal una priorità strategica, per la quale prevedere fino a un miliardo di Euro di investimenti in dieci anni e una più forte ambizione rispetto agli obiettivi.
Non c’è più tempo da perdere, occorre tracciare subito un’azione prospettica per un nuovo modello di sviluppo capace di custodire tutti i posti di lavoro altrimenti la nostra provincia rischia di finire in un profondo baratro senza via d’uscita!
Il Segretario Generale
Antonio Macchia