La Cgil vuole vederci chiaro: richiesta copia verbali ultime tre riunioni Conferenza dei Sindaci.
Questa OS, come ha già segnalato nella nota del 20 marzo u.s. partendo dalla correlazione tra
la tutela della salute, sicurezza sul lavoro e la gestione del rischio clinico, correlazione ancora più pregnante e critica nella gestione di epidemie e pandemie, ritiene di dover sottolineare, ancora una volta, delle evidenze scientifiche e storiche che sono la premessa logica che qualunque decisore politico avrebbe dovuto tenere a mente e dovrà considerare, da ora in avanti, per qualunque discorso in merito alla Sanità e, specialmente, per la sanità brindisina.
Epidemie e pandemie sono un fenomeno ecologico da mismatch evolutivo, da disaccopiamento tra organismi ed ambiente in cui vivono: per evoluzione culturale gli esseri umani vivono a contatto con animali, in gruppi numerosi, ad alta densità ed in condizioni igieniche variabili.
Epidemie e pandemie, quindi, hanno certamente genesi e nessi causali multifattoriali, ma numerosità, densità ed igiene di una popolazione sono fattori moltiplicativi, ben conosciuti e ben studiati, di contagio.
Epidemie e pandemie, quindi, all’interno di microcomunità, quali sono ospedali e strutture sanitarie e sociosanitarie, diventano epidemie ospedaliere.
Le epidemie ospedaliere sono tanto più gravi in quanto gli agenti patogeni sono più contagiosi e più virulenti quando i pazienti sono più malati, cioè quando sono ricoverati.
Le epidemie ospedaliere sono tanto più gravi quando le microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie, sono abitate e frequentate da una popolazione numerosissima ovvero quando, nella stessa struttura, convivono l’elevato numero di pazienti (ricoverati o meno), l’elevato numero di operatori sanitari, sociosanitari ed alberghiero (necessari per la risposta alla domanda di salute ed alberghiera generata dal suddetto elevato numero di pazienti), l’elevato numero di amministrativi (necessari per la gestione della complessità di queste macrostrutture sanitarie e sociosanitarie), l’elevato numero di care-giver (accompagnatori degli utenti più deboli) e l’elevato numero di persone che per motivi economici (fornitori ed informatori) frequentano l’ospedale.
Le epidemie ospedaliere sono tanto più gravi quando le microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie, sono ad elevata densità di popolazione, ovvero quando la struttura è fisicamente inadeguata ad ospitare le popolazioni succitate, quando, ad esempio, non meno di tre pazienti condividono una stanza o quando decine di operatori sanitari e sociosanitari condividono un esiguo numero di spogliatoi e stanze studio-relax.
Le epidemie ospedaliere sono tanto più gravi quando le microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie, non sono progettate per il contenimento delle infezioni per carenze igieniche strutturali: la carenza di bagni (un bagno per tre pazienti, nessun bagno in alcuni spogliatoi), l’assenza di docce, (sia per operatori sia per i pazienti), l’assenza di stanze a pressione negativa, l’impossibilità a compartimentare i reparti, l’incertezza circa la purezza microbiologica dell’acqua corrente, etc.
Atteso che gli elementi succitati si sommano, ma con effetto esponenziale sul tasso di replicazione e sulla virulenza degli agenti patogeni, bisogna inoltre considerare che il tasso di letalità delle epidemie e pandemie, poi, si impenna nelle microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie, dove mancano posti letto, anche di terapia intensiva/rianimazione, e personale in numero adeguato.
Ora, al di là della riflessione economicista sulla diseconomia di scala che può generare una struttura come il nosocomio brindisino, premesso che negli ultimi 15 anni il territorio brindisino, a causa di vari piani di rientro e riorganizzazioni del SSR sempre più devastanti, ha visto contemporaneamente il contrarsi del numero di posti letto ed il concentrarsi di questi ultimi in pochissimi nosocomi (soprattutto in quello brindisino, trasformato in una sorta di golem), la CGIL vuole, con la presente, nel contesto di questa pandemia in atto, porre a chi legge le seguenti domande:
- Atteso che l’ultimo PRO presentava diverse criticità per la provincia brindisina, per quale motivo la direzione strategica dell’ASL Br lo ha applicato solo nella parte delle dismissioni e non ha, contestualmente, attivato servizi e posti letto che avrebbe dovuto attivare?
- Atteso che codesta direzione strategica si è presentata come chi avrebbe investito in tecnologia, per quale motivo non ha ancora a disposizione la tecnologia per la diagnosi della COVID-19? O dei ventilatori meccanici in numero adeguato?
- Per quale motivo il Sindaco di Brindisi e la Conferenza dei Sindaci, di fronte all’incompleta applicazione dell’ultimo PRO hanno mantenuto la consegna del silenzio?
- Erano d’accordo con la chiusura dei laboratori di analisi? e lo sono ancora, oggi, alla luce della necessità di fare diagnosi tempestiva di COVID-19? Non considerano che questa deficienza tecnologica dell’ASL BR non fa che appaiarsi drammaticamente con quella débâcle recente sul fronte della radiologia?
- Erano d’accordo con la mancata apertura della rianimazione a Francavilla Fontana? Lo sono ancora oggi, alla luce del fatto che occorrono un numero ancora difficile da definire di posti letto di rianimazione dedicati solo ai COVID-19? Lo sono ancora considerato che per ottenerne otto dedicati ai COVID-19, l’ASL ha sacrificato i già insufficienti sedici posti letto di rianimazione accreditati del Perrino? Lo sono ancora considerato che quest’incompleta applicazione del PRO e queste misure tampone non provocheranno altro che non solo un aumento del tasso di letalità della COVID-19, ma anche di quello di mortalità generale da altre cause che necessiterebbero di assistenza rianimatoria?
- Erano d’accordo Con la soppressione di circa 200 posti letto nella provincia di Brindisi previsti dall’ultimo PRO? Pensano che chiusure ed accorpamenti in atto siano inesorabili ed inarrestabili? Non considerano che questa grave inadempienza della DG ASL BR potrebbe trasformare le microcomunità, ospedali, strutture sanitarie e sociosanitarie in bombe ecologiche in pericolo imminente di esplosione?
- Chi legge, quali misure adotterà per invertire il deleterio circolo vizioso transgenerazionale, innescato con l’incompleta applicazione dell’ultimo PRO, che trasmetterà ai posteri i comportamenti e i fattori ambientali che stanno provocando ed amplificando nel territorio brindisino questa malattia da mismatch, questa pandemia da SARS-COV-2? Con quali misure e con quale metodo agiranno in difesa dei lavoratori e della popolazione locale la cui salute in questa pandemia sono interconnesse, come detto in premessa?
- Lo sanno che le gravi inadempienze di cui sopra pongono a chi ha responsabilità riconosciute per legge questioni morali, etiche e penali?
Alla luce di quanto sopra, la scrivente OS
CHIEDE
al Direttore Generale, che legge per conoscenza, cortese urgente copia dei verbali delle ultime tre riunioni della Conferenza dei Sindaci.
Il Segretario Generale CGIL Antonio Macchia
Il Segretario Generale FP Pancrazio Tedesco
Il Resp. FP CGIL Medici Cristian Luca Ghezzani
Lettera inviata a:
Al Presidente Conferenza dei Sindaci
Ai Sindaci
E, p.c.,
A Sua Eccellenza Prefetto di Brindisi
Al Direttore Dipart. Promozione della Salute (Reg. PUGLIA)
Direttore Generale ASL BR