Cgil: pericolo 5 g e principio di precauzione
Da un po’ di tempo a questa parte, la sperimentazione 5G
– ovvero la nuova generazione di trasmissione dati mobile – è diventata uno dei temi più discussi, nonostante il contesto pandemico di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, provocando in molti casi una levata di scudi dei Comuni contro la suddetta sperimentazione.
La contrarietà dei Sindaci alla sperimentazione 5 G è causata dai timori che questa tecnologia possa essere dannosa per la salute dei cittadini e non vogliono essere utilizzati come “cavie” per vedere cosa può accadere attraverso l’uso di tali tecnologie.
Nel nostro Territorio, invece, non è dato sapere quali comuni abbiano dato il proprio assenso alla installazione di antenne 5G e se altri ancora abbiano ricevuto comunicazioni formali da parte degli Operatori delle Telecomunicazioni come territorio scelto per la sperimentazione. È opportuno, pertanto, che tutte le amministrazioni diano urgente ed estesa comunicazione/informativa, in merito alla importante tematica in argomento, a tutti i Cittadini, alle Organizzazioni Sindacali, alle Associazioni interessate ed agli Enti Istituzionali preposti.
In questo momento, ci sono studi scientifici tra di essi discordanti tra chi afferma che non vi è nessun danno per chi è esposto alle RF ed altri numerosi ed autorevoli studi invece hanno dimostrato gravi danni alla salute legati alle emissioni di 5 G, considerando come soggetti più a rischio bambini, donne incinte e anziani. Tuttavia un dato è certo: il 5G espone la popolazione a livelli di radiazioni a radiofrequenza centinaia di volte maggiori di quelli esistenti attualmente.
Dunque, non essendoci ad oggi evidenze scientifiche conclusive sui danni alla salute correlati all’esposizione alle RF, occorre che i Sindaci chiedano una moratoria sull’installazione del 5G , adottando il “Principio di Precauzione”, in materia di inquinamento elettromagnetico.
Distinti saluti.
Il Segretario Generale
f.to Antonio Macchia