Xylella, il dramma dei braccianti ignorato.
Uila puglia: “subito interventi per tutelare il lavoro agricolo dipendente”.
la Xylella è un trend topic, purtroppo, da anni, ma il batterio continua ad avanzare producendo effetti sociali ed economici che interessano, ormai, diverse province della Puglia.
In pochi, tuttavia, riflettono sugli impatti che sta avendo sul lavoro agricolo dipendente, oltre che sull’economia e sul paesaggio regionale. Il numero di giornate lavorate pro capite in territori come il Salento continua a calare drasticamente e la curva discendente non potrà rialzarsi per gli anni a venire.Un impatto economico in termini di perdita di lavoro paragonabile a quello dell’ex Ilva che ha innescato una vera e propria emergenza occupazionale: solotra il 2016 e il 2018 sono stati persi 4000 posti di lavoro e quasi 200.000 giornate lavorate in Provincia di Lecce, ma le cifre rischiano di essere ancora più drammatiche se si va ancora più a ritroso. La contrazione del numero di giornate, purtroppo, è una dinamica negativa che sta interessando non solo le province di Brindisi e Lecce, ma tutte quelle Pugliesi: sono state 88 le giornate medie pro-capite dei lavoratori agricoli in Puglia nel 2019; in provincia di Lecce, tuttavia, si è scesi a 78 giornate.
La Uila ha sempre fatto da pungolo nei confronti dei policy maker per attivare interventi dal carattere sia contingente che strutturale.
Durante il Governo Conte I, con Centinaio allora Ministro dell’Agricoltura, era stato varato un apposito Decreto Legge (convertito in Legge a maggio 2019) che doveva servire ad attivare gli ammortizzatori sociali per i braccianti,dando ristoro ai lavoratori agricoli dipendenti;nei fatti, tuttavia, non si è rivelato uno strumento utile. Lo hanno dimostrato gli Elenchi Anagrafici di Variazione pubblicati dall’INPS per il 2019: a nessun lavoratore, infatti, risultava accreditata nemmeno una giornata lavorativa nell’apposita colonna ‘calamità’. Questo significa che nessun lavoratore ha beneficiato ai fini previdenziali e assistenziali, in aggiunta alle giornate di lavoro prestate, di un numero di giornate necessarie al raggiungimento di quelle lavorative effettivamente nell’anno precedente.
Comprendiamo che ci troviamo di fronte ad un iter procedurale cavilloso, previsto dalla legge 223 del 1991. Una legge su cui la Uila sta profondendo sforzi importanti per ottenerne una radicale modifica: in questo solco si iscrivono le azioni volte a pressare il legislatore a rivedere strutturalmente la norma sulla base di un cambio diratiopiù aderente ai bisogni dei braccianti.Tuttavia, ad oggi, le nostre proposte non sono state ascoltate, ci auspichiamo, pertanto, una inversione di rotta affinché si recepiscano le nostre istanze al fine di tutelare il lavoro agricolo agricolo dipendente che in Puglia rappresenta 180mila lavoratori.
Attualmente la procedura prevista dalla legge 223 (che disciplina il sostegno alle imprese in caso di calamità) prevede che il diritto del lavoratore sia condizionato alla comunicazione da parte dell’impresa: se questa non c’è il lavoratore non può fruirne. Le risorse stanziate con il decreto Emergenze in favore dei lavoratori, pertanto, non sono state utilizzate per questo motivo. Ad oggi infatti, nonostante il susseguirsi di numerose calamità atmosferiche e dell’imperversare della Xylella, ci risulta (da una analisi effettuata dal nostro centro studi sugli elenchi anagrafici dei lavoratori degli ultimi 4 anni) che nessuna giornata di lavoro è stata integrata ai lavoratori per calamità.
Un elemento sostanziale per la modifica della legge 223 è, quindi, il ribaltamento della dinamica per la presentazione dell’istanza: chiediamo che la domanda divenga diretto onere del lavoratore, per l’attestazione del possesso dei requisiti previsti.
Al Governo chiederemo, come abbiamo sempre fatto, più attenzione nel predisporre strumenti di sostegno anche per il lavoro dipendente. Ci auspichiamo che i prossimi esecutivi diano più importanza nell’agenda politica alla questione del lavoro agricolo dipendente.
All’epoca abbiamo colto con favore il via libera della Conferenza Stato-Regioni al Piano per la rigenerazione olivicola della Puglia, sostenuto con una dotazione economica pari a 300 milioni di euro.Lo riteniamo tutt’oggi un importante strumento operativo per le imprese, per la ripresa e lo sviluppo del settore olivicolo Pugliese. Tuttavia, bisogna riservare la stessa attenzione anche ai lavoratori di quelle imprese che in questi anni hanno perso salario e prestazioni. Per affrontare i problemi dei braccianti serve un cambio di passo di riequilibrare le posizioni all’interno della filiera, al fine di sostenere i lavoratori agricoli che necessitano di risposte concrete per fronteggiare la crisi contingente. A tal fine, la Uila, aveva chiesto alle forze parlamentari il riconoscimento per il 2020, ai fini assistenziali e previdenziali, dello stesso numero di giornate lavorate nel 2019. Il raggiungimento di questo risultato, connoterebbe già un cambio di passo importante nella tutela del lavoro agricolo dipendente.