Arroganza al potere e debolezza manageriale. Comportamento immorale nei confronti dei precari.
Pensavamo che con quanto visto lunedì scorso in occasione del presidio degli OSS in scadenza di contratto il 31 gennaio
organizzato dalla Cgil Fp sotto i cancelli della direzione generale dell'Asl di Brindisi avessimo toccato il fondo ma invece, nostro malgrado, ci siamo accorti questa mattina che si può ancora scavare.
Gli operatori sociosanitari in agitazione, per i quali la Cgil e tutti gli Organi Istituzionali ad eccezione della ASL BR continuano a chiedere una proroga del contratto che consentirebbe loro di tirare un sospiro di sollievo e di avere un briciolo di speranza per il loro futuro e per quello delle loro famiglie, si sono recati questa mattina in ospedale, al Perrino, per evadere le ultime pratiche prima di abbandonare il posto di lavoro secondo quanto previsto dagli accordi in scadenza domani ma non hanno potuto sbrigare le proprie faccende all'interno della struttura poiché respinti con decisione all'entrata della portineria esterna dal personale in servizio nel presidio, tanto dal chiedersi se tale comportamento possa configurarsi in una condotta penalmente rilevante.
La gravità dell'accaduto trova la sua origine, ma non certo la sua dimensione finale, nel fatto che a oggi, 30 gennaio 2021, i 141 operatori sociosanitari sono ancora a tutti gli effetti dei dipendenti dell'Asl e che, quindi, per colpe che andranno ricercate nelle sedi opportune, hanno il sacrosanto diritto di accedere alle strutture aziendali, a maggior ragione alla luce del fatto che entro domani devono sgomberare le loro postazioni e richiedere gli ultimi atti burocratici e amministrativi che riguardano le loro posizioni. Questo non è stato possibile e, ancora una volta, il comportamento dei responsabili aziendali nei confronti di questi lavoratori che per mesi hanno lavorato senza sosta ci risulta tanto inspiegabile quanto lesivo dei più elementari principi del diritto sociale: gli Oss, arrivati alla spicciolata dalle proprie abitazioni hanno trovato la strada sbarrata all'ingresso dell'ospedale da parte del personale addetto al controllo degli accessi. Nonostante le spiegazioni offerte e i reclami inoltrati, non è stato possibile ribaltare la posizione degli addetti all'entrata tanto che, alla fine, è intervenuta la Digos che ha effettuato i rilievi del caso: gli agenti hanno raccolto le varie testimonianze e siamo sicuri che faranno il massimo per ricostruire e ripristinare la realtà dei fatti.
Per capire a pieno l’irrazionalità della questione e la pesante ingerenza nelle vicende sindacali dei vertici Asl basterebbe ascoltare il racconto dei fatti della dirigente sindacale FP CGIL Chiara Cleopazzo, responsabile del coordinamento regionale della Fp Cgil Puglia del personale Oss, anch’essa respinta sulla soglia dell’ospedale mentre si recava, in rappresentanza dei lavoratori, in direzione sanitaria per avere un colloquio con il direttore di struttura propedeutico ad evitare tali gravi, ingiustificati ed inusitati comportamenti. È questa l’idea di “porte aperte” che il direttore generale dell’Asl Giuseppe Pasqualone intende perseguire nei nostri confronti? Non è ledendo la dignità dei lavoratori, del sindacato della CGIL e dei suoi rappresentanti che si costruiscono rapporti costruttivi e indispensabili per concorrere al bene comune ma, evidentemente, qualcuno pensa che usare l’autorità in mancanza di autorevolezza sia la risposta a ogni problema.
Non ci stiamo ad assistere a tale deriva gestionale come mai accaduto in passato, riteniamo che ci siano delle chiare e precise responsabilità da parte della direzione dell'Asl e dell'ospedale che continuano ad assumere atteggiamenti ostili contro una forza sociale come la Cgil ma anche, cosa ancor più grave, nei confronti di tanti Lavoratori, Donne e Uomini, che hanno contribuito a far girare il sistema e a garantire il servizio nei mesi più difficili che la Sanità abbia conosciuto negli ultimi decenni.
Non ci si può lamentare della carenza di personale (forse per nascondere deficienze organizzative la cui responsabilità va cercata in cima alla catena di comando) e non fare nulla e anzi ostracizzare i 141 Oss che hanno solo l'aspirazione di poter continuare a prestare la propria opera alla causa, garantendo un futuro più stabile alle loro famiglie.
Ma soprattutto il rischio concreto è che il 1 febbraio pv, visto che il 31 gennaio 2021 cesseranno dal servizio i predetti 141 OSS, il sistema sanitario provinciale non potrà assicurare i Livelli Essenziali di Assistenza e ciò accadrà in piena emergenza sanitaria così come il Presidente Emiliano ha comunicato, affermando che “… la variante inglese del coronavirus ha il 70 per cento di velocità del contagio e di pericolosità rispetto a prima…” .
Non siamo più disposti a tollerare questo stato delle cose e chiediamo che l'Asl si assuma le proprie responsabilità di fronte ai lavoratori, cercando di percorrere la strada già tracciata con successo da altri altrove e che la Cgil da mesi indica come via maestra per la positiva soluzione della vertenza.
I fatti di lunedì e quelli di stamattina, con buona probabilità, rappresentano uno dei punti più bassi nella gestione della ASL BR, che tuttavia fanno riemergere tutte le gravi criticità determinate dal management in questi anni sul nostro sistema sanitario provinciale: riordino ospedaliero che ha interessato soprattutto la parte in cui si prevedono dismissioni; lunghe liste d’attesa; gestione inadeguata e pericolosa dell’emergenza sanitaria in termini di sicurezza per i lavoratori tanto che, in termini percentuali, i maggiori contagi sono avvenuti nelle strutture ospedaliere; mobilità passiva; infezioni ospedaliere; ecc…
Nei prossimi giorni rappresenteremo dettagliatamente tutte le criticità gestionali anche in termini di spesa pubblica, ma intanto è giunto il momento che la regione adotti finalmente le necessarie determinazioni nei confronti del management.
Il Segretario Generale CGIL Il Segretario Generale FP CGIL
Antonio Macchia Pancrazio Tedesco