I sindacati denunciano gli intoppi sulla strada verso la decarbonizzazione
Le Segreterie di FILCTEM CGIL, FLAEI CISL, UILTEC UIL fortemente preoccupate per i notevoli ritardi delle procedure autorizzative
dei nuovi impianti a gas previsti a Brindisi, necessari a garantire una giusta transizione energetica e il definitivo superamento della produzione da carbone, hanno chiesto di incontrare il Prefetto, questa condizione rischia di avere un pesante impatto sociale ed economico sull’intera comunità locale, sulle imprese e sulla tenuta occupazionale.
Nel 2019 il Piano Nazionale Energia e Clima ha confermato che il sistema elettrico italiano ha bisogno di una capacità installata di generazione termoelettrica da impianti a gas non inferiore a 50GW per soddisfare i criteri di adeguatezza ai livelli nazionale internazionale e zonale ha previsto nuovi impianti per almeno 12 GW di energia rinnovabile, l’installazione di circa 3 GW di accumulo e la sostituzione, entro il 2025, degli 8 GW degli impianti a carbone con nuovi impianti a gas per 4 GW.
Nei suoi piani industriali ENEL ha previsto investimenti per nuovi impianti a gas, da costruirsi nei siti delle attuali centrali a carbone, scelta che persegue l’obiettivo del riutilizzo delle aree industriali, garantendo una distribuzione della generazione elettrica sul territorio nazionale confermando gli attuali poli elettrici della rete di trasporto e trasmissione elettrica nazionale.
Nel PNIEC il nodo elettrico di Brindisi è esplicitamente citato per la sua strategicità nella rete di trasmissione zonale, nazionale e internazionale, attraverso l’elettrodotto sottomarino di Galatina che collega l’Italia alla Grecia. La generazione elettrica a Brindisi è essenziale, per questo c’è bisogno di una decisa accelerazione nei tempi di rilascio delle autorizzazioni, per realizzare le infrastrutture di rete, gli impianti di accumulo e la costruzione dei nuovi impianti a gas per compensare l’intermittenza e la non programmabilità delle notevoli produzioni di energia rinnovabile eolica e fotovoltaica esistenti e per permettere di realizzare nei tempi previsti l’ambizioso obiettivo del phase-out del carbone.
Su Brindisi a maggio 2019 ENEL ha avviato il Permitting di un progetto che prevede la sostituzione delle 4 unità a carbone (2640 MW), con lo sviluppo di 3 nuove unità a ciclo combinato alimentate a gas per una potenza complessiva di 1.680 MW e un impianto fotovoltaico di 6 MW, soluzioni che il Sindacato ritiene necessarie per una coerente transizione energetica, ma ancora insufficienti per garantire una presenza significativa del Gruppo ENEL sul territorio e assicurare la continuità lavorativa per i 300 lavoratori di ENEL e dei 500 delle imprese dell’appalto.
Nella Centrale ENEL di Cerano la dismissione è già iniziata il Gruppo 2 dal 1° marzo 2021 è stato definitivamente cancellato dall’elenco degli impianti di produzione disponibili per TERNA, una tappa irreversibile, per questo valutiamo con estrema preoccupazione la mancanza delle autorizzazioni necessarie a far partire la realizzazione dei nuovi impianti e l’avvio dei cantieri.
La transazione energetica non deve essere pagata dai lavoratori e dai territori che ospitano le centrali a carbone, bisogna trovare soluzioni adeguate e risposte per garantire, corrispondenti livelli di occupazione che si possono realizzare progettando il nuovo utilizzo degli impianti e assicurare anche attraverso l’adeguata riqualificazione professionale dei lavoratori.
Per approfondire queste problematiche FILCTEM FLAEI UILTEC con una nota hanno chiesto un incontro al Prefetto di Brindisi per rappresentare e trasferire ai ministeri competenti tutta la drammaticità della situazione che si sta determinando nel polo elettrico di Brindisi e le gravi conseguenti ricadute occupazionali negative che ci saranno per tutti i Lavorati se salterà o si ritarderà ancora la riconversione progettata ma non ancora autorizzata.
FILCTEM CGIL FLAEI CISL UILTEC UIL
(Antonio Frattini) (Marco Bernardo) (Carlo Perrucci)