Uilp: più flessibilità per le pensioni.
In vista della legge di Stabilità si torna a parlare di contributo di solidarietà sulle pensioni superiori a 3,5 – 4 mila euro. Austerità, flessibilità e imposte sono le nostre criticità. Le pensioni hanno perso in questi ultimi anni, il 33% del potere d’acquisto. Le tasse colpiscono le famiglie, i pensionati, le persone non autosufficienti e gli incapienti.
La Uil pensionati territoriale di Brindisi chiede più flessibilità per le pensioni. Non è possibile uscire dal mercato del lavoro in una “data fissa e uguale per tutti”. La riforma della Previdenza dovrebbe considerare tra le sue linee guida “la libertà di scelta”, valutazione soggettiva del cittadino, in base ad una certa quota di contribuzione raggiunta e decidere se andare avanti o continuare a lavorare. Le riforme previdenziali hanno valutato finora l’età lavorativa, ma “non tutti i lavori sono uguali” come l’età e la possibilità fisica non permette a tutti di poter lavorare e di accettare in modo continuo e uniforme, quel lavoro: immaginiamo un insegnante a scuola con i bambini di 6 anni, un muratore su un tetto di una casa o un minatore di 80 anni a lavorare in una miniera.
Si tratta di rendere più lungimirante il sistema e dare possibilità a un Nuovo Patto sociale generativo che dia lavoro e non tasse da subire. Intanto il governo Renzi pensa a una nuova manovra o aggiustamento. Il portavoce del tesoro Roberto Basso, suggerisce di non chiamarlo “manovra”, il termine è associato a misure urgenti ed è legato all’aumento delle tasse. “Qui siamo”, secondo il portavoce Basso, “di fronte a un intervento di medio periodo già programmato, ottenuto da tagli alla spesa”. Comunque, per la Uil Pensionati, sono oneri, tasse e si pagano. La manovra finanziaria 2015 chiede, a conti fatti, agli italiani di sborsare nei prossimi cinque anni 44,09 miliardi di euro in più rispetto alle tasse che già gravano su famiglie e imprese, l’analisi è di Unimpresa alla luce del piano Nazionale di riforme. In questo lavoro le misure previste per avvicinarsi al pareggio di bilancio strutturale, comporteranno sul lavoro e pensioni un aumento delle tasse per imprese e famiglie di 8,4 miliardi di euro tra il 2014/2018 e a sostegno delle imprese di 1,5 miliardi di euro. Ciò comporta un appesantimento d’imposta, che gli anziani ammalati, le vedove e le persone non autosufficienti, difficilmente riescono a pagare la loro pensione sociale, inferiore a 600 euro. Il sindacato dei cittadini si chiede come fare? Come pagare una tassa Tasi e Tari dopo aver con sacrifici pensato di fabbricare una casa e adesso si sta pagando un mutuo?
In questi giorni, intanto, i comuni hanno inviato le loro cartelle esattoriali alla popolazione. I cittadini contribuenti di Brindisi e provincia sono esasperati per le vecchie e nuove cartelle esattoriali da pagare, conti salatissimi, che spazientiscono i pensionati. La Tasi è stata un conto salatissimo, mentre la Tari sta stressando i contribuenti. Nel 2013 la Tares (tassa rifiuti e servizi) ha portato ad aumenti del 23,5% (66 euro medi in più in famiglia); la nuova Tari, invece, è arrivata con punte in alcuni comuni del 47,7%. La Legge di Stabilità 2014 (Legge n.147 del 2013), riforma le tasse comunali sulla casa (Imu e Tares), istituendo la IUC (imposta comunale unica). Essa è composta da Imu (imposta unica municipale), Tasi (Tassa servizi indivisibili) e Tari (Tassa rifiuti). La Tari è obbligatoria, secondo le leggi vigenti, da chiunque possieda, occupi e detenga, a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte.
I soggetti tenuti al pagamento di questo tributo sono per chi utilizza realmente l’immobile, anche se non proprietario. Il Consiglio comunale ne determina la disciplina per l’applicazione e, in particolare, la gestione e la classificazione dei rifiuti, le utenze domestiche e non domestiche, la disciplina delle eventuali riduzioni ed esenzioni e i termini di presentazione della dichiarazione e di versamento del tributo in relazione al piano finanziario dell’Ente gestore, relativo agli interventi del servizio. Il Consiglio comunale approva il piano economico e finanziario predisposto dall’Ente gestore e il piano tariffario. I Comuni, con proprio regolamento, possono prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni nel caso di abitazioni con un unico occupante, tenute a disposizione per uso stagionale oppure occupate da soggetti che risiedono per più di sei mesi all’estero o di fabbricati rurali. Tali riduzioni ed esenzioni, che devono trovare copertura finanziaria da risorse comunali (attraverso il ricorso derivante dalla fiscalità generale del Comune stesso), non possono in ogni caso eccedere il 7% del costo complessivo del servizio per i rifiuti. Bisogna ricordare che la Tares, in sostituzione di Tarsu e Tia, prevedeva due componenti: la prima era destinata ai rifiuti in senso stretto e la seconda per i servizi indivisibili dei Comuni (illuminazione, strade, marciapiedi, ecc.). Per le famiglie residenti, secondo lo studio della Uil, è passato dai 214 euro nel 2012 (Tarsu e Tia) ai 281 nel 2013, ed ha portato nelle casse pubbliche dello Stato 9,9 miliardi di euro a fronte dei 7,6 miliardi di euro nell’anno precedente, con un incremento di 2,3 miliardi di euro (il 30,3%), di cui 1,2 miliardi di euro per pagare i servizi indivisibili dei Comuni (addizionale di 30 centesimi al mq).