Uilp: per gli esodati si chiedeva un meccanismo di flessibilità.

Numerose sono le incognite, che si sono trasformate in drammi, causati dalla riforma delle pensioni della Fornero. Il nuovo governo ha l’intenzione di farsi carico di tutte le ingiustizie sociali che hanno danneggiato i milioni di lavoratori, i pensionati e le pensionandi.

Per gli esodati si chiedeva d’introdurre un meccanismo di flessibilità, in conformità a disincentivi e incentivi, per far accedere i lavoratori tra i 62 e i 70 anni.

Ci limitiamo a registrare che questo governo, nel mese di agosto, aveva rimandato per settembre l’impegno di aprire un tavolo di confronto per sistemare tutti quei nodi che erano stati determinati dalla riforma Fornero.

Per il sindacato la situazione degli esodati è prioritaria e deve essere risolta al più presto. Al governo Ledda e al ministro Giovannini si chiede  di abbandonare la penalizzazione per chi desidera andare in pensione prima dei 66 anni e di rimuovere, almeno per le pensioni fino a 4-5 volte il minimo, il blocco della rivalutazione al tasso d’inflazione.

Se dovesse cadere il governo, essa non sarebbe definita e ci sarebbero ripercussioni negative per tutti. L’Italia non potrebbe realizzare un deficit inferiore al 3% necessarie per il rispetto degli impegni. Se quest’anno, il governo italiano dovesse confermare il 3.1% Bruxelles riaprire la procedura di deficit eccessivo.

L’Italia, conseguentemente, persisterebbe in stato di recessione, non facendo investimenti e non tornando a crescere, le aziende creerebbero nuova disoccupazione e nuova povertà. La caduta del governo non salvaguarderà gli esodati, non introdurrà la flessibilità e non rimuoverà il blocco delle pensioni.

Il ministro Giovannini deve convocare al più presto un tavolo di confronto con le parti sociali per discutere i nodi strutturali, effettuando dei correttivi alla riforma Monti/Fornero, essenziali e necessari. Il problema è complesso, perché non riguarda solo il settore industria ma anche il commercio.  Gli esodati, nel commercio, sono lavoratori che non hanno né pensione né attività commerciale.

Loro sono migliaia di lavoratori autonomi per i quali il Governo non li ha ancora tutelati e avendo riconsegnato ogni licenza o autorizzazione alle autorità gli esodati si trovano, anche loro senza lavoro e senza pensione.

Il sindacato ritiene opportuno riprendere questo tema per le migliaia di ex lavoratori e lavoratrici coinvolti e che si sono visti scippare le aspettative di pensione con conseguenze drammatiche di carattere economico inaccettabili per loro e per le loro famiglie. La crisi occupazionale fotografa il dramma sociale ed economico in cui vivono i pensionati e i loro figli. La tutela delle basse pensioni degli anziani non è più sufficiente. In Puglia la disoccupazione è passata dal 15.2% al 19.1% nel secondo trimestre 2013 (+ 3.9%) rispetto al secondo trimestre 2012. La povertà assoluta, cioè la spesa minima necessaria per acquisire beni e servizi nel paniere dei beni essenziali per una determinata famiglia è stata in Italia nel 2012 del 6.8% rispetto al 5.2% del 2011.

La povertà relativa, per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media pro capite nel Paese, cioè di 992,46 euro mensili nel 2010; per una famiglia di 5 componenti sale a 1.885,67 euro; essa in Italia è stata del 12.7% nel 2012, mentre in Puglia l’incidenza di povertà ha raggiunto il 28.2%.

Per la Uil pensionati occorre risolvere le emergenze e bisogna tagliare le tasse, rilanciando la crescita economica e l’occupazione. Per noi del sindacato è importante avere una legge elettorale che coinvolga i cittadini a credere alla politica e dia potere al popolo. Il sindacato esprime il suo giudizio  negativo per non aver ripreso il tavolo di confronto sui nodi strutturali della riforma Monti/Fornero e chiede di affrontare le sfide lottando contro le emergenze e di  tornare a sostenere la domanda interna apportando un beneficio a tutto il sistema economico anche attraverso una lotta all’evasione. 

Il Segretario Provinciale UILP

Tindaro Giunta

 

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