Pnrr, Macchia: «Rafforzare la scuola e la pubblica amministrazione per colmare il divario sociale e le nuove povertà»
L'allarme lanciato nelle scorse ore dallo Svimez sconcerta, ma certo non ci lascia sorpresi.
Il rischio che la partita dei fondi del Pnrr rischi di determinare l'effetto contrario a quello che vorrebbe sortire – colmare il divario tra Nord e Sud dell'Italia riducendo le povertà tra i territori – purtroppo è un serio pericolo se non si riesce ad abbattere i tempi dei ritardi della macchina burocratica, se non si lavora sulle infrastrutture sociali a cominciare dalla scuola e se non si agisce sulla povertà dilagante.
Quest'ultima è ancora più acuita negli ultimi mesi per via dei riflessi della guerra e dei rincari dei costi dell'energia che, se da un lato mettono in difficoltà le imprese, dall'altro strozzano sempre di più le famiglie. Sebbene il mercato del lavoro abbia fatto registrare un incremento dell'occupazione è triste dover constatare che non si tratta di «lavoro buono» - come da anni chiediamo come Cgil in particolare a Brindisi -, un lavoro pagato secondo i canoni dei Contratti collettivi nazionali e stabile e duraturo.
Dall'altro lato c'è un dato che preoccupa non solo per il suo effetto nell'immediato, ma soprattutto per il futuro ed è legato alla scuola. La carenza di asili nido, di palestre e di infrastrutture che da un lato possano consentire allo studente una maggiore fruizione dei servizi scolastici per la sua formazione culturale e professionale e anche fisica è un gap che occorre necessariamente colmare in fretta se non si vuole correre il rischio di non avere quel «capitale umano» necessario per una società che vuole affrontare le sfide del futuro. Su questo fronte l'inadeguatezza delle strutture che dovrebbero essere maggiormente frequentate dai nostri giovani, almeno come quanto accade al nord, determina di riflesso anche il fatto tante donne restano escluse dalla possibilità di una occupazione. La costruzione di strutture per lo sviluppo di attività educative e adeguati investimenti in termini di offerta educativa favorirebbero la possibilità di interrompere o colmare quella povertà educativa che il Sud registra rispetto al Nord del Paese e quindi lavorare per lo sviluppo. Da tempo insistiamo come Camera del lavoro di Brindisi sul tema dell'«Economia della conoscenza» - di investimenti per l'Università a Brindisi, sulla Cittadella della Ricerca ad esempio, di investire nelle biblioteche pubbliche per aiutare la scuola e migliorare la città - che resta inascoltato ma ha una importanza strategica determinante per il futuro.
Quanto ai tempi lunghi per realizzare le opere, e le infrastrutture sociali in particolare, con divari enormi tra Nord e Sud sollecitiamo da anni l'incremento degli organici nella scuola ed in tutta la pubblica amministrazione, comuni in primis, ormai ridotti all'osso e incapaci di affrontare tutta l'enorme mole di lavoro da espletare per consentire di spendere - e in tempi celeri - i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza altrimenti il rischio è triplice: non solo le opere non si realizzano, i fondi vanno restituiti e il divario con altre aree del Paese continuerà ad aumentare.
E' proprio questo il rischio da scongiurare se si vuole evitare il fallimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La Camera del lavoro di Brindisi chiede alle Istituzioni, alla politica e agli attori economici e sociali di tenere bene a mente questi temi se si vuole dare una prospettiva a al Sud e a questo territorio in particolare.
Per questo la Cgil torna a chiedere un incremento degli organici della pubblica amministrazione, per evitare che la possibilità di un nuovo sviluppo naufraghi proprio per l'impossibilità della macchina amministrativa di assolvere al gravoso compito della progettazione.
Una pubblica amministrazione da riprogrammare, puntando sui giovani da valorizzare anche per le loro abilità con le nuove tecnologie, sbloccando concorsi e favorendo nuove assunzioni.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi