Macchia: “Liste d’attesa, situazione fuori controllo: intervenga la Regione per correggere uno scandalo senza fine”
Esami impossibili da fare perché non si possono prenotare: le liste sono bloccate.
Esami per cui è necessario attendere il 2024 con ritardi fino a 19 mesi. L’attesa minore possibile per altri non è inferiore a 4 mesi. Come fa la gente a curarsi? E’ uno scandalo senza fine quello delle liste d’attesa nel Brindisino, la Regione intervenga per mettere ordine ad una situazione ormai fuori controllo. E’ quanto emerge dai dati raccolti dalla Cgil di Brindisi nell’ambito di una ricerca approfondita sul tema in cui, a fronte di un bisogno di salute sempre crescente, corrisponde un servizio di assistenza sanitaria tardivo e purtroppo, in diversi, casi inesistente.
Alcuni emblematici e intollerabili esempi. E’ impossibile eseguire esami del tipo “Risonanza magnetica nucleare del cervello e del tronco encefalico senza e con contrasto” (Codice 88912), primo appuntamento: non disponibile. La stessa cosa vale per una “Ecografia della tiroide”. E non solo al Perrino di Brindisi ma in ogni struttura pubblica deputata a farlo in tutta la provincia. E tra quelli che si possono fare? Incredibile ma vero se si vuole prenotare una “Eco (color) dopplergrafia degli arti superiori o inferiori o distrettuale arteriosa” (codice 88772), tocca attendere il 2024!
La lista delle liste d’attesa è vergognosa. I ritardi minimi – che pure sono intollerabili – sono di 4 mesi, solo per pochissime branche. Ma sono pur sempre eccessivi. Da anni abbiamo aperto una vertenza Sanità. A Brindisi su più fronti anche con altre categorie tra le quali quella dei pensionati dello Spi – oltre che della Funzione pubblica – che hanno dato vita in queste settimane a presidi molto partecipati con volantinaggi in ogni comune della provincia e l’importante iniziativa della Cgil Puglia e della Funzione Pubblica a Foggia.
Ricordiamo tra l’altro che cosa prevede la legge in tema di liste d’attesa. Il medico di base o lo specialista per le prime visite e le prime prestazioni devono sempre indicare sulla richiesta una classe di priorità alle quali la norma assegna un tempo massimo di attesa. Eccole codice per codice: U entro massimo 3 giorni, B entro massimo 10 giorni, D entro massimo 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici, P entro 120 giorni. Nel caso di ricoveri programmati invece le previsioni sono le seguenti: A entro 30 giorni, B entro 60 giorni, C entro 180 giorni, D senza un’attesa massima definita.
A Brindisi, tra le liste vagliate nella ricerca della Camera del lavoro, finora nessuna di queste rispetta tale tempistica. E la gente che ha bisogno di curarsi come deve fare? Non ci stancheremo mai di ricordare che la Salute è un diritto costituzionalmente garantito in questo Paese. Ma cosa si sta facendo di concreto a Brindisi per porre un freno a questa situazione? Cosa sta facendo la Asl?
E’ ora di porre un freno a questa pericolosa deriva che priva i cittadini del loro diritto alla cura. Un diritto che non deve ottenere solo chi se lo può permettere magari ricorrendo ad esami pagando profumatamente il privato. Soprattutto in una congiuntura economica sfavorevole come quella dei giorni nostri con una inflazione alle stelle e rincari su tutti i fronti.
La Sanità brindisina sembra poi essere sempre la più la più penalizzata in tutta la Puglia, con un riordino mai completato, con il più basso rapporto di posti letto per abitante ed ancora si parla di ulteriori chiusure, con Presidi territoriali di assistenza (Pta chiusi), con una medicina del territorio mai avviata, con strutture che attendono di essere completate da decenni, con medici in fuga da ogni reparto degli ospedali, carichi di lavoro insostenibili per tutto il personale sanitario sempre più ridotto all’osso, quotidianamente si evidenziano denunce di disservizi. E solo per citare alcune situazioni perché l’elenco è infinito, ma il fatto più sconcertante è che a fronte di tale grave situazione non si hanno riscontri da parte di chi è deputato a dare risposte ai Cittadini\Utenti.
La situazione è allarmante e ormai intollerabile: le fasce deboli della popolazione sempre crescenti – e gli anziani in particolare – non possono permettersi di ricorrere al privato e questo significa che smettono di curarsi. Come Camera del lavoro combatteremo questa profonda ingiustizia e per questo invitiamo la Asl Br ad avere una politica gestionale che sia in grado di tracciare una concreta azione prospettica su questo tema delicatissimo, ma in particolare chiamiamo in causa la Regione Puglia, in quanto organo di controllo, perché intervenga in maniera decisa, per evitare che il sistema sanitario provinciale sconfini in un inesorabile declino che già ora sta abbandonando al proprio destino tantissimi Cittadini che non riescono ad accedere a servizi, sia preventivi sia diagnostici, terapeutici, assistenziali e riabilitativi.
Nell’attesa che la Regione Puglia intervenga, per verificare la mancanza di una strategia aziendale in merito alla grave situazione denunciata, si preannunciano – come Camera del Lavoro di Brindisi – una serie di iniziative pubbliche e di denunce\segnalazioni agli Organi Istituzionali preposti a garanzia del rispetto dell’art. 32 della nostra Carta Costituzionale: affermando “la salute come fondamentale diritto universale…”.
Antonio Macchia
Segretario Generale
Cgil Brindisi