Uilp: il Paese è stanco, ma non rassegnamici.
Scrive il poeta portoghese F. Pessoa che “Vivere non è necessario, le uniche date importanti della mia vita sono quella della mia nascita e quella della mia morte. Tutti i giorni fra l’una e l’altra sono miei”. Questo aforisma ci aiuta a riflettere e a dare un senso a ciò che noi siamo, potremmo essere e fare. Se facciamo una Road Map sull’Italia e vogliamo darne un giudizio critico, diciamo che il nostro Paese è “stanco”, ma il sindacato della Uil pensionati di brindisi chiede ai cittadini di non rassegnarsi e di orientarsi a vederlo, come tempo fa, “il Bel Paese”.
Il governo, i giornali e tutti i mass media martellano il cittadino di un tag continuo e pauroso, “lotta alla rendita”, “evasione fiscale” e “Imu” e sono come un chiodo fisso che creano disagi mentali ai pensionati. Tutti noi sappiamo che lo spread è, oggi, a 253 punti base e che servono regole e idee giuste contro la finanziarizzazione selvaggia dell’economia. La finalità è che non bisogna allontanare l’idea che l’uomo agisce in un contesto globale, il quale chiede serenità e vuole “vivere insieme per costruire insieme nel convivere”.
Questa situazione di crisi economica e sociale necessita, secondo la Uil pensionati, nuove idee. Nel raggiungimento di questo cambiamento occorre un ritorno al passato, che suggerisca spunti giusti e innovativi da integrare ai nuovi bisogni; altrimenti rimarremo fossilizzati nel vecchio o in un iter vizioso di diseguaglianze sociali dove i “ricchi saranno sempre più ricchi” e “i poveri (quindi nella realtà odierna: gli incapienti, i giovani e gli esodati) saranno sempre più poveri”. Il processo di rinnovamento deve eliminare il diseguale e restituirne la dignità attraverso il lavoro. Vorremmo che la norma fosse nella comunione con tutti i settori Banche/Imprese/Enti locali. Il presidente Luigi Abete suggerisce di “Fare opere in tempi brevi”. Questo è giusto perché gli operai avranno subito il lavoro e le opere si realizzeranno nei tempi stabiliti, evitando lunghe vertenze che durano nel tempo. Dare lavoro è produrre sviluppo e investimenti. Questo non accade all’ILVA di Taranto, in Telecom e nell’Azienda Alitalia. Il disagio procura disoccupazione. La situazione è drammatica; c’è il rischio della distruzione in queste aziende. Occorre la compartecipazione di tutti per evitare le conseguenze. Le politiche del rigore e dell’austerità hanno gelato l’economia e hanno messo l’Italia in una situazione di recessione senza precedenti. È il momento della svolta. Lo riferisce l’Istat, rendendo noto che ad agosto 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,3% rispetto a luglio e che nella media dei primi otto mesi dell’anno la produzione è scesa del 4,0% rispetto allo stesso periodo precedente. È opportuno dire “no” a una Legge di Stabilità che imponga ulteriori tagli nei trasferimenti 2014 ai Comuni. La nuova stagione deve essere nel favorire le opportunità per sviluppare, innovare e riqualificare i propri territori dando risorse e facilitando i consumi. Il papa Francesco, quando parlava di “vergogna”, condannava “l’uomo”, che non vede nell’altro individuo suo fratello. La priorità è nella lotta contro la discriminazione e la xenofobia. La sfida deve essere cauta, fatta in modo intelligente e con il contributo di tutti, arginando alla base l’immigrazione e il fenomeno degli sbarchi (all’isola del coniglio oltre 300 morti il 3 ottobre scorso) su tutte le nostre coste e sollecitando un intervento internazionale a tutela degli immigrati e a sostegno dei cittadini di Lampedusa e non solo. Il sindacato dei pensionati della Uil chiede d’istituire corridoi umanitari e realizzare un sistema di accoglienza in collaborazione con gli altri Stati. Questo è possibile e aiuta a contrastare la tratta degli esseri umani. L’Italia ha bisogno di guardare a se stessa e ai suoi giovani disoccupati, inoccupati e ai cervelli che sono in cerca di lavoro e che, non trovandolo,sono costretti a trovalo fuori del territorio. La proposta è “nel fare” creando riconoscimenti di ciò che si può realizzare all’interno e nella comunione degli Stati. Essa richiede una chiave di lettura accessibile e nell’assoluta trasparenza di una democrazia dei popoli, che condanna le dittature, le quali rendono l’uomo, servo di un nuovo schiavismo mai depennato. Da qui nasce, secondo noi, l’esigenza di riportare la persona nella sua centralità di cittadino universale e non selettiva e appartenente a una sola comunità. La crisi economica non ci permette d’immaginare nel mondo attuale un futuro senza rischi e incertezze, ma è opportuno ridistribuire la ricchezza nel territorio secondo i bisogni della gente togliendo ai poteri ricchi. La necessità è nel cambiamento che potrebbe essere considerato una “nuova” immagine futuristica” possibile e, come suggerisce Jacques Lacan nella sua formula, non è “tutto possibile”, ma “l’impossibile può accadere”.
Il segretario provinciale
Tindaro Giunta