Uilp: i costi della politica.
Ci troviamo in prossimità delle feste natalizie, ma anche alla fine di un anno difficilissimo per il Paese. La Uil pensionati provinciale di Brindisi vuole ringraziare i pensionati, che sono stati fedeli alla linea riformista del nostro sindacato, e a loro auspico un buon 2014. La situazione economica da sei anni continua ad essere drammatica e a lasciare “lacrime e sangue” pari ai danni causati da una guerra: chiusura delle aziende, cassa integrazione, disoccupazione, emarginazione, università parcheggio, povertà assoluta.
Si è allentata la pressione dei mercati, è calato lo spread e ci saranno segnali di ripresa. In Puglia, però, i fondamentali negativi della nostra economia incidono sulla recessione, sulla paura per i giovani di “fare famiglia”, sul calo delle nascite e sulle prospetti ve di emigrare in cerca di lavoro e di lasciare il vuoto in un Paese senza futuro. I consumi e la fiducia delle famiglie sono sempre in calo; la povertà relativa e assoluta aumenta e riguarda 1 su tre le nostre famiglie, gli uomini separati e pensionati.
Il prossimo anno chiede molto più senso di responsabilità per i pensionati. Il nostro Welfare si degrada per politiche di tagli lineari, che colpiscono i lavoratori pubblici e riducono i servizi senza affrontare i veri problemi che ne intaccano l’efficienza e ne aumentano i costi.
Secondo il sindacato I bisogni della popolazione anziana, che pure rappresenta il 20% di quella italiana, continuano ad essere ignorati sia nella progressiva perdita di potere d’acquisto sia nella pressione fiscale come nei servizi sanitari e sociali. Si colpiscono i salari dei pensionati perché il metodo di calcolo retributivo di un tempo è più favorevole, in base alle leggi vigenti, di quello contributivo di oggi, (un attacco agli stessi principi del nostro sistema previdenziale. Si vuole mettere in discussione la longevità di vita della persona anziana perché vivendo troppo, costa alla società in termini di spesa previdenziale, sanitaria e sociale, dimenticandosi che i pensionati, oltre a fare d’ammortizzatore sociale per i nipoti, i figli e le loro famiglie, pagano quasi un terzo di tutta l’Irpef riscossa in Italia.
Nel nuovo modello sociale il sindacato chiede l’integrazione socio-sanitaria, ma ancora non si riesce a comprendere che bisogna tutelare l’ammalato,la persona incapiente e fragile insieme e in modo sinergico: Ente locale, Provincia e Sanità. La Uil pensionati di Brindisi chiede per la non autosufficienza, la vera priorità dallo Stato. Le persone non autosufficienti nel nostro Paese non hanno né una legislazione né una rete di servizi e sostegni, adeguate per dare ai disabili la possibilità di una vita dignitosa e libera partendo dai banchi di scuola. Questo deve essere un percorso efficace, accessibile e continuo nell’integrazione sociosanitaria, che potrebbe dare avvio alla realizzazione di una società più inclusiva, ma spero non elusiva, altrimenti si rischia di discriminarla. Si dimentica che la nostra spesa sanitaria è più bassa di quella francese e tedesca ed essa incide non solo sull’economia, ma mette in discussione anche il diritto al lavoro, alla ridistribuzione del benessere e alla salute. Il diritto alla salute è un valore che non deve rasentare o giustificare la verità e per questo deve essere universale, accessibile, gratuito, tecnologicamente avanzato con centri di ricerca validi ed eccellenti scientificamente negli ospedali e di qualità per tutti. Un tempo eravamo primi al mondo e oggi?
L’uomo è importante. È un essere unico. La Costituzione, in caso di bisogno, nell’art. 3 chiede la rimozione degli ostacoli e valorizza l’importanza della persona in quanto essa è cittadina dello Stato e merita di essere accompagnata nelle cure e nel sostegno economico. La politica, recentemente, non ha tutelato la giusta causa e le Manovre della Fornero e della Legge di Stabilità ne sono una testimonianza, nonostante che i nostri disabili rappresentino il 5% della popolazione totale e quasi sono tutti a carico delle loro famiglie, costituite, quasi sempre, da genitori anziani o vecchi e a volte molto povere . I politici non intendono legiferare una legge sulla non autosufficienza. I costi della politica, diretti e indiretti, in base allo studio della Uil, ammontano a 23,2 miliardi di euro, derivanti dalla sovrabbondanza del sistema Istituzionale,formato da un milione di persone uguale al 5% della forza lavoro. Un costo medio annuo di 757 euro per contribuente, pari ad un peso di 1,5% sul Pil. Abbiamo uno Stato che si preoccupa di fare i conti, ma non pensa agli effetti della crisi sul sociale e sulla sanità che hanno delineato uno scenario molto preoccupante sullo stato di salute dei bambini che vivono in povertà assoluta e in condizione di disagio abitativo. La povertà economica causa la povertà educativa e, come in un circolo vizioso, aggrava la condizione dei minori e delle loro famiglie. In Italia la povertà relativa e assoluta incide particolarmente in competenze e in investimenti d’istruzione. 758 mila giovani, secondo l’Ocse, tra i 18 e 24 anni d’età hanno solo il possesso della sola licenza media. La fotografia Istat si allarga nel censire che oltre un milione di questi giovani sono disoccupati e nel descrivere che oltre mezzo milione di Italiani con più di 50 anni non hanno mai (o solo in parte) versato contributi pensionistici e ciò, di certo, alimenta le incertezze sul futuro previdenziale verso chi (e sono oltre 11 milioni) ha un forte gap nel mondo del lavoro. Il sentore è che il nostro Paese sia per il momento in una fase di ricrescita, si registrano negli ultimi tempi timidi segnali positivi.
Ci vorrebbe più coraggio per dare forza e credibilità dando priorità, non rinviabile a vere riforme a sostegno e a tutela delle persone fragili e a tagli sugli sprechi e su istituzioni clonate puntando, nel rispetto della dignità e dell’importanza dell’individuo, sull’istruzione che è volano di libertà, di sviluppo e di crescita, sui valori delle persone e delle famiglie fragili e sulla valorizzazione delle risorse umane. La politica continua a non comprendere la gravità della crisi. Il lavoro si ottiene lavorando e non lamentandosi. Per creare lavoro occorre la partecipazione di tutti: Istituzioni, banche e imprese. Si sottovalutano gli oltraggi che si stanno causando alla persona, all’azienda, alle famiglie, alla società intera, danni economici, culturali e psicologici irreparabili. Si chiudono le aziende. Si uccidono le persone, l’ultimo ieri in Piazza a Roma ha tentato di bruciarsi vivo. La paura ci attanaglia. Sembra che il nostro destino sia fatale. Non s’intravede, come diceva Valéry, “le vierge, le vivace e bel aujourd’hui”. Dov’è l’azzurro e il bel paese Italia? La politica è necessaria. È fondamentale, secondo la Uil pensionati di Brindisi, qualificarla, responsabilizzarla e rilanciarla. È indispensabile una nuova cultura educativa che valorizzi la democrazia rispettando i valori. È doveroso fare proposte e dare risposte concrete, valorizzando il positivo e mettendo mano alla moltitudine di Enti e Società pubbliche, spesso improduttive e fonte di produzione di deficit. È importante abbattere i “rami secchi” chiudendone le società e favorire il dimensionamento creando economie di scale.
È un’operazione, basata su “fare cosa”, ma che “si può” e “si deve” realizzare per sostenere la salute e l’economia riducendone i costi e, soprattutto, gli sprechi della politica. Voglio concludere con tre grandi che hanno dato tutto per la democrazia: Giacomo Matteotti, Aldo Moro e Nelson Mandela. Tre personaggi che hanno creduto e lottato anche sacrificandosi per la democrazia, per i diritti umani e per la libertà. Le idee devono essere lungimiranti come le riforme anche in un contesto surreale come il nostro. La Uil pensionati augura a tutti i pensionati e in particolare agli ammalati e a tutti coloro che soffrono Buone Feste.
Il Segretario Provinciale UILP
Tindaro Giunta