Uilp: una nota sulla situazione sanitaria in Puglia ed a Brindisi.
La Uil pensionati di Brindisi si augura, almeno per i diritti dell’ammalato e della sua famiglia, che il Presidente Emiliano faccia qualcosa nel territorio brindisino.
Avere una Sanità efficiente e di qualità, potrebbe essere un vanto se a Brindisi e nella regione Puglia, vi fosse un personale sufficiente, si eliminassero le liste d’attesa e non si facessero più “Viaggi della speranza”.
Le criticità, purtroppo, sono nel quotidiano e la cronaca dell’iper affollamento di malati al pronto soccorso di questi giorni ne danno una conferma nel trovarsi in un “lazzaretto manzoniano”!
La Uil pensionati si chiede se l’anziano ammalato brindisino che paga le tasse, abbia le stesse possibilità nel ricevere equità di diritti alle cure come “l’ammalato” di Bari o di Milano o di Roma che paga, pure lui, le tasse sanitarie?
Se l’equità in Sanità è una “forma di giustezza”, il rispetto dei diritti fondamentali non dovrebbe essere un correttivo, ma un diritto/dovere di cura da rispettare e tutelare come esigenza prioritaria, fondamentale e inviolabile per l’ammalato.
È la stessa Costituzione Italiana che lo rende palese nel darne valenza alla salute “come diritto all’integrità fisica e psichico” sia nel senso di potere avere trattamenti medici di prevenzione e cura sia in quello di avere un ambiente sano e uno stile di vita conforme alle attese insieme al lavoro salubre.
La Regione deve garantire il diritto alle cure senza essere obbligati a ricorrere alla sanità privata, dovute a ritardi nell’erogazione delle prestazioni assicurando in tempi ragionevoli e nel rispetto dei tempi medi di attesa, prevedendo residenze sanitarie, assistenza e attuazione del sociosanitario integrato.
Il malato deve ricevere le prestazioni diagnostiche e terapeutiche di cui necessita a livello ospedaliero e/o ambulatoriale, nel proprio territorio provinciale senza ricorrere a Viaggi della Speranza. La malsanità è un percorso di negatività, mentre la prevenzione è il rispetto della persona malata che tutela l’individuo, garantisce la sanità integrativa e l’interesse della collettività evitando disfunzioni e disservizi assistenziali.
La verità è nel lavoro d’équipe che garantisce le complessità e le impegnative relazioni medico -paramedico – paziente e assicura il rispetto del paziente malato secondo i principi dell’Universalità nel diritto all’assistenza, del rispetto delle differenze e sull’erogazione d’informazioni corrette, esaustive e comprensibili nella varietà del linguaggio terapeutico.
Brindisi ha bisogno di ridurre la migrazione sanitaria nelle regioni del Nord Italia attraverso un modello di sanità in grado di coniugare competenze con i bisogni assistenziali dell’ammalato secondo la condivisione di modelli organizzativi innovati, di percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (PDTA) e di attività di ricerca sanitaria e biomedica.
Il cittadino paziente malato non può più sopportare rinunce a scapito della sua salute e dell’interesse della collettività per motivi economici o per un sistema di modello organizzativo che costringe medici e personale a “curare” in condizioni precarie e di scarsa sicurezza per il paziente.
È giusto un modello sanitario territoriale cosi, con un costo di 3,1 miliardi per il Piano di riordino ospedaliero ?
È corretto non avere in regione un Assessore socio-sanitario alla sanità?
È giusto chiudere Nove Ospedali efficienti in provincia di Brindisi?
E cosa dire della protesta di cittadini, pazienti e infermieri contro la chiusura del reparto di Nefrologia dell’Ospedale Dario Camberlingo di Francavilla?
Le persone affette da un'insufficienza renale cronica sono il 3,1 % della popolazione, mentre i pazienti che fanno la dialisi sono circa il 13 per cento con un percentuale sempre in costante aumento raggiungendo, oggi, circa l’1,3 per mille su una popolazione che tocca il 7 per mille.
Noi sappiamo che questa è una malattia da curare e che spesso la persona in trattamento è obbligata a restare nel luogo di residenza abituale per le sedute di dialisi senza potersi spostare.
Molte domande sorgono spontanee, ma in particolare,
Perché si chiude il reparto di Nefrologia a Francavilla?
Perché i malati e le famiglie devono vivere in questa situazione di panico?
Lo sa il presidente – assessore alla sanità pugliese cosa significa per un paziente dializzato, spostarsi oltre 30 chilometri di distanza, specie se il reparto era uno dei migliori nosocomi?
La speranza è in un nuovo anno, pieno di ripristino dei valori, il quale possa dare dignità nel diritto alla salute, equità nella malattia e far vivere sogni di efficienza e di giustizia al malato, senza indebolire la sanità pubblica e fortificare quella privata.
Il segretario responsabile
Tindaro Giunta