CGIL: chiusura della sede di Brindisi de “la Gazzetta del Mezzogiorno" il nostro territorio non puo’rinunciare a tale presidio storico e culturale

Il prossimo mese di Luglio la Gazzetta del Mezzogiorno festeggerà i suoi 130 anni proprio a Brindisi,

peccato però che secondo il piano industriale messo a punto dalla proprietà il successivo mese di settembre segnerà la chiusura delle storiche sedi di Matera, Barletta e Brindisi.

Al diffondersi della notizia si è creato un moto di opinione teso a scongiurare tale evento.

Se la necessità è quella di risparmiare sui costi di gestione, la Camera di Commercio di Matera, per la propria sede, ha dato la disponibilità a disporre di locali da adibire a redazione.

Da parte nostra tutta la solidarietà e la disponibilità a venire incontro a tale necessità, non si può imbavagliare la notizia escludendo da Brindisi l’esistenza di un quotidiano così importante.

Poiché da quanto si apprende non dovrebbero esserci tagli per il personale, ma solo contenimento dei costi di logistica, lanciamo una gara di solidarietà affinchè i costi di gestione non siano più un problema.

Ma non si può pensare di creare una redazione virtuale, la Gazzetta del Mezzogiorno, prima ancora che un giornale è il pensiero di coloro che lavorano gomito a gomito e si confrontano prima di decidere cosa pubblicare e quale taglio dare ad una pubblicazione piuttosto che ad un’altra.

Il quotidiano è interazione e legame con la Città e il territorio, il mondo virtuale non potrà mai sostituire gli uomini e le donne che da sempre caratterizzano la sede di Brindisi della Gazzetta.

Il riferimento concreto segna l’esistenza sul territorio, non è concepibile la sola presenza virtuale, per credere in una realtà è necessario che la stessa sia tangibile, altrimenti anche l’interesse del lettore e di chi cerca la notizia viene meno.

Il territorio caratterizza l’informazione, motivo per cui non si può costringere il personale di redazione ad una vita da pendolare, o peggio ancora a vedere ridotta la propria professionalità alla semplice produzione giornalistica attraverso il telelavoro.

L’attività di redazione, se voluta, è confronto continuo con il territorio e con i colleghi.

Se non c’è l’interesse a fare Giornalismo allora tutto è possibile, così come sarà possibile venire meno a tutti gli impegni sino ad oggi assunti con il personale.

Occorre fare una scelta di campo: o si continua a fare Giornalismo, quello con la g maiuscola, e quindi ci si impegna affinchè tutto ruoti intorno alle donne e uomini che sino ad oggi hanno reso possibile l’esistenza del giornale, oppure si porta avanti un discorso ragioneristico che nulla ha a che spartire con il pensiero illuminato di coloro che giornalmente fungono da pungolo a tutte le decisioni politico- amministrative del paese.

E questa scelta non può essere camuffata da operazioni di pseudo restiling, che comunque non porteranno alcun valore aggiunto ma avvieranno solo una lenta agonia.

A questo punto anche la CGIL promuove un’iniziativa che permetta di superare questa decisione: da questo momento siamo tutti a disposizione della redazione della Gazzetta e siamo disposti a porre in essere qualsiasi forma di protesta pacifica pur di salvaguardare concretamente tale presidio storico e culturale come può essere la redazione di un giornale importante, altrimenti sarebbe una sconfitta per tutto il territorio.

Il Segretario Generale 

Antonio Macchia

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