Fusione nucleare: il Tar sospende l’assegnazione al centro Enea di Frascati

Non è ancora il tempo di  esultare ma quanto deciso dal Tar del Lazio in via cautelare ci fa ben sperare,

in quanto è stata disposta la sospensione della efficacia della decisione assunta dall’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo  economico sostenibile: Frascati non è più l’aggiudicataria del progetto DTT.

La Regione Puglia, dopo il responso negativo per Brindisi ha deciso di ricorrere al Tar del Lazio, proprio perché  era stata fra i 9 siti candidati ad ospitare  il progetto “DTT” (Divertor Tokamak Test facility) ed alla fine si era classificata al secondo posto, subito dopo l’Enea di Frascati.

La Cittadella della Ricerca a suo tempo ha ottenuto 100/100 nei requisiti essenziali, 100/100 negli ulteriori elementi di valutazione, mentre sugli elementi economici che stabiliscono il valore delle infrastrutture esistenti nell’area offerta (disponibili per essere utilizzate, con una conseguente riduzione dell’investimento) Brindisi è stata penalizzata rispetto a Frascati.

Nel calcolo, infatti, non sono stati inseriti oltre 6.000 metri quadri di strutture e laboratori dell’Enea (già presenti in Cittadella), così come non è stata inserita la Foresteria (con una capacità ricettiva di 160 posti-letto), sebbene la Regione avesse dato la disponibilità a fornire risorse economiche.

Ora, in attesa della discussione che si terrà il prossimo 1 agosto,  ricordiamo che, laddove il Tar del Lazio confermasse nel merito la suddetta decisione, per Brindisi le ricadute sarebbero molti importanti avendo una pluralità di effetti positivi: in termini economici ( l’esperimento vale 500 milioni di euro di investimento per il primo periodo)  , occupazionali, scientifici e più in generale nelle attività di  ricerca correlate all’energia nucleare.

In buona sostanza, verrebbero a crearsi una serie di opportunità sul territorio, senza distruggerne la vocazione turistica ed ambientale.

Il ricorso a energie alternative pulite e compatibili con un nuovo modello di sviluppo porterebbe ancora una volta la Puglia fra le regioni più illuminate dell’intero stivale. Senza considerare che verrebbe a crearsi un indotto, la cui componente minima potrebbe far risollevare le sorti di una realtà che da sempre ha rappresentato il fiore all’occhiello per tutta la Regione, e non fa male pensare che questa possibilità possa portare anche dei benefici allo stato di occupazione generalizzato.

                                                                   

Il Segretario Generale

Antonio Macchia

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