Piano urbanistico generale (Pug) di Brindisi – prime osservazioni
La CGIL è ben lieta di accogliere l’avvio sulla discussione delle problematiche urbanistiche relative alla Città di Brindisi
e, in particolare, in merito al tema del Piano Urbanistico Generale.
Ciò che necessita a questo punto è capire quali siano i presupposti su cui si basa l’idea, quali siano le prospettive e a chi ci sia affida per lo sviluppo concreto della stessa.
In premessa, occorre ricordare che il progetto preliminare risale al 2011 data in cui dapprima veniva affidato all’equipe coordinata dal Prof. Goggi, e successivamente al Prof Karrer.
A distanza di tanti anni dall’approvazione del primo progetto occorre rimodulare una serie di componenti che, sebbene invariate nel corso degli anni, hanno necessità di un adeguamento sotto vari aspetti tecnici.
Le problematiche da affrontare devono fare chiarezza rispetto al piano della costa, che deve essere scisso da quello demaniale. La costa va riqualificata, non ulteriormente cementificata senza criterio.
Vanno valorizzati i patrimoni storico-architettonici ed ambientali: le torri e gli insediamenti militari, le oasi e i litorali, le preesistenze archeologiche, voltando pagina rispetto agli insediamenti abusivi di qualunque genere.
Anche nel rispetto di una legislazione regionale e nazionale dovrà passare il concetto dello zero consumo di suolo e dei processi di reale rigenerazione dell'esistente, dietro cui non si possono fare passare le solite logiche speculative del passato.
Bisogna con chiarezza disporre interventi di tutela del centro storico e degli insediamenti storici, in questi comprendendo finalmente realtà quali i superstiti stabilimenti vinicoli.
Ugualmente pensare che quartieri come il Casale, nati negli intendimenti quale "città-giardino", possano essere ancora gestiti con indici di fabbricabilità quale quello esistente, significa operare nel senso contrario a quello auspicato.
Quello che sono diventati quartieri come il Casale e i Cappuccini è sotto l'occhio di tutti.
Altro dato prioritario è quello di restituire al PUG il ruolo che gli spetta, esso deve necessariamente sovraordinare a tutti i piani attuativi ed esecutivi, che spesso risultino in contraddizione con le linee strategiche generali.
Ma la partecipazione deve essere reale e preventiva, ci aspettiamo una svolta anche in questa direzione, indicando la strada del concorso, che garantisce pluralità e qualità di proposte.
La CGIL a breve organizzerà sui temi di quale idea di città un convegno ben sapendo che questo è mancato negli ultimi anni: una visione di città, un'idea di sviluppo, su cui applicare le scelte di programmazione e progettuali, uscendo dalle logiche asfittiche, contraddittorie e contrarie alla tutela ed alla valorizzazione del territorio
Il Segretario Generale Antonio Macchia