Cgil: Riace, la Cassazione riabilita il sindaco Lucano
“dagli appalti per i rifiuti ai matrimoni di comodo, nessun indizio”
Il Sindaco Mimmo Lucano è stato riabilitato dalla Corte di Cassazione!
La CGIL di Brindisi non può che essere felice per l’amico Mimmo che ci ha ospitato in blocco ( eravamo una folta delegazione di oltre 50 compagni colpiti dalla forza e dalla lungimiranza di quest'uomo) in una splendida giornata di agosto e ci ha aperto le porte del suo borgo trasmettendoci nobili precetti di solidarietà ed integrazione sociale
Per la Suprema Corte non c'è frode negli appalti affidati dalla Consiliatura Lucano, tant'è che è stata cassata con rinvio la sentenza che prevedeva il divieto di dimora del Sindaco a Riace.
Ed infatti, il nuovo codice degli appalti - tanto bistrattato da questo governo e modificato proprio nelle parti oggetto di contestazione all'attività del Sindaco, tant'è che principi quali la prevenzione, il contrasto alla corruzione e alla penetrazione delle mafie, l’applicazione del principio di concorrenza e trasparenza, non sono più l'elemento primario da cui partire per una nuova stagione di lavori pubblici- prevede espressamente l'affidamento diretto in favore delle cooperative sociali "finalizzate all'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate" a condizione che gli importi del servizio siano "inferiori alla soglia comunitaria".
Inoltre, la Cassazione ha puntualizzato che non vi sono " opacità " nell'attività di affidamento, perché adottate tutte con atti collegiali e condivisi.
Come dire che la norma venga usata a seconda delle circostanze e dei soggetti interessati!
Tuttavia alla soddisfazione che proviamo segue la immensa rabbia contro chi ha scientemente distrutto un’ esperienza unica, una realtà di apertura sociale e mentale innovativa nel suo genere.
Ora, la CGIL auspica che venga immediatamente revocato anche il divieto di dimora per Mimmo Lucano, per permettere ad una realtà come quella di Riace di tornare ad essere un esempio di integrazione e crescita sociale.
Il Segretario Generale
Antonio Macchia