No al carbone sulla regata Brindisi-Corfù. Lettera al dott. Rubino.
Egregio Dott. Rubino, le scriviamo questa mail in riferimento alla regata Brindisi Corfù 2015. Abbiamo appreso della presenza di Enel e Tap come main sponsor dell'evento dal momento della sua presentazione ufficiale avvenuta pochi giorni fa.
Siamo peraltro rimasti sconcertati e sorpresi dalla presenza della Sua azienda al fianco di sponsor che nulla hanno a che vedere con la promozione del nostro amato territorio. Un’azienda che, al contrario di quelle altre, ha tutte le carte in regola per sostenere questo tipo di manifestazioni, avendo da sempre profuso enormi sforzi per il rilancio dell’economia agricola locale.
Un’azienda che ha saputo dar nuova vita al “Susumaniello” e al suo vitigno autoctono, dimostrando quel tipo di sensibilità e senso di appartenenza che, a nostro modesto avviso, possono rendere orgogliosa un’intera comunità per il successo ottenuto, sia a livello nazionale che estero, da un’azienda figlia di questa terra. Per questo motivo avremmo piacere di incontrarla, per poter discutere insieme sull'opportunità di accostare la propria immagine - che esprime identità, valori e “sana” promozione del territorio - a quella di multinazionali che, come Lei ben sa, al di là delle vuote dichiarazioni propagandistiche, non sono neanche lontanamente ispirate a quei valori esposti ottimamente sul sito della Sua azienda.
Noi crediamo che la coerenza sia un valore imprescindibile per veicolare un‘immagine pulita e riteniamo quindi quanto meno inopportuna la presenza della Sua azienda al fianco di Tap ed Enel.
L’una fortemente osteggiata dai cittadini e l’altra addirittura sotto processo per l'imbrattamento da polveri di carbone di centinaia di ettari di terreni agricoli e che fu capace di provocare - con la costruzione del nastro trasportatore e il conseguente taglio della falda – il prosciugamento dei pozzi e la chiusura di decine di aziende agricole sanissime che, come la Sua, aspiravano alla promozione di prodotti d’eccellenza ed oggi sono invece prive di tutto. Dei campi, dell’acqua e anche della dignità. Fiduciosi attendiamo dunque un Suo cortese riscontro a questa nostra missiva, per provare a salvaguardare insieme la nostra identità e le eccellenze di questa terra, senza dover ricorrere, ancora una volta, al facile appoggio dei potenti che non la amano.