A Novoli con l’incoraggiamento anche di un grande ex del passato: Mario Rizzo
L’auspicio è che la sosta pasquale sia servita al Mesagne per ricomporre le sue forze per le ultime 3 partite del campionato.
Sarà quasi impossibile sfuggire ai play out dopo la sconfitta interna col Molfetta a meno di non conquistare 3 vittorie; è importante comunque assicurarsi una buona posizione nella griglia dei play out, pertanto è necessario fare un buon risultato (cioè vincere) già a Novoli, squadra relativamente tranquilla e battuta all’andata. Adesso è inutile fare discussioni, bisognerà sostenere la squadra per la conquista della permanenza in Eccellenza, ancora possibile. Lunghissimo è l’elenco dei precedenti a Novoli in quanto le 2 squadre hanno spessissimo militato negli stessi campionati. Richiamiamo oggi un incontro importante degli anni ’60. Il 15 dicembre 1963 si giocò la decima d’andata del campionato di 1° categoria, girone B, la vittoria del campionato dava il diritto allo spareggio con la vincitrice del girone A (squadre baresi e foggiane) per l’accesso alla serie D, il Novoli era in testa, il Mesagne in seconda posizione a 4 punti di distacco, imbattuto e con una gara da recuperare, i gialloble avevano allora la migliore difesa del girone, ma rispetto al Novoli pareggiavano troppo. Era la partita di cartello della giornata e si svolse davanti a una cornice di pubblico di circa 1500 spettatori tra cui molti mesagnesi. La partita andò male, vinse meritatamente il Novoli per 2-0 che vincerà anche il campionato rimanendo imbattuto e gli spareggi (3 gare) col Cerignola (la squadra foggiana anche l’anno prima aveva perso gli spareggi col Maglie) approdando in serie D. Il cartellino della gara fu il seguente:
Novoli: Daccico, Pierini, Rossi, Anastasia, Pepe, Tondi, Magaletti, Rucco, Calabrese, Greco, D’Elia. Mesagne: Leopizzi, Grande, Di Dio, Querenti, Leo, Conte, Rizzo, Daccico, Solito, Costabile, Zanzariello. Arb. D’Andria di Taranto. Reti: 6’p.t. Calabrese, 36’ aut Leopizzi.
Il Mesagne a fine campionato arrivò in quinta posizione, l’allenatore della squadra era Raffaele Pierini, la società che economicamente si barcamenava come meglio poteva era composta da Tullio Marino (presidente), che poi sarà concessionario Ford a Brindisi (padre dell’attuale presidente dell’Enel Basket), Ennio Marangio, Bruno De Leo, Mario Semeraro, Bruno Guarini, Angelo Perrucci, Cosimo Lavino, Nicola Murri e Giuseppe Rini (Caccavella). Era un Mesagne che segnava anche molto con Costabile e Mario Solito, ma il cannoniere della squadra con 13 reti fu un giovane veneziano, Mario Rizzo. Era al secondo campionato con la squadra gialloble, era stato preso in prestito a novembre del ’62 dal Brindisi, nel primo campionato col Mesagne aveva già segnato 11 reti e si era fatto ben notare. Rimarrà a Mesagne 4 anni, un’ala di finissima tecnica che infiammerà il pubblico mesagnese, carattere fumantino di non facile gestione, alternava giocate memorabili a pause irritanti, ma era chiaramente un giocatore di categoria superiore. Nato a Venezia nel’40, padre di origini tarantine e madre veneziana, Rizzo iniziò a giocare col Burano, squadra di promozione dell’isola veneziana, quindi andò al Mira Lanza e da qui venne prelevato nell’estate del ‘61 dal Brindisi del presidente Beppe Carletti che voleva vincere il campionato di serie D. Mario Rizzo si presentò ai tifosi brindisini come un’ala estremamente mobile, velocissimo, nelle sue giornate migliori saltava gli avversari come birilli (dalla Gazzetta del Mezzogiorno dell’epoca), nel girone di andata la squadra biancazzurra stazionò nelle prime posizioni, ma a vincere il campionato di misura sarà il Trani. A Brindisi Rizzo conosce la sua futura moglie. L’anno dopo venne dato in prestito al Mesagne che nel ’63-64 lo acquistò a titolo definitivo.
L’anno successivo alla partita di Novoli, nel ’64-65, il Galatina vinse il campionato, il Mesagne arrivò sesto e Rizzo realizzò 11 reti, nel ’65-66 la squadra gialloble, allenata dal leccese Pietro De Santis, partita con grandi ambizioni arrivò a metà classifica, Rizzo segnò 11 reti, il campionato fu vinto dal Martina Franca e proprio il Martina acquisterà la forte ala mesagnese per il campionato di serie D. A Martina nel’66-67 Rizzo risultò uno dei migliori, segnò 9 reti e impressionò per le sue progressioni sulla fascia sinistra, a fine campionato fu concreta la possibilità di un suo trasferimento alla Lazio dove effettuò anche un provino positivo, alla fine venne acquistato invece dalla Mestrina in serie C, la squadra della sua città. La serie C non gli stava affatto stretta e si disimpegnò bene anche in casa propria, nel ’68 il Mesagne era stato appena promosso in serie D e in estate si parlò di un ritorno di Mario Rizzo, ma non se ne fece nulla e nel ’68-69 andò a giocare con l’Udinese, ambiziosa squadra di serie C dove si trovò come compagno Giovanni Galeone, futuro allenatore di serie A, il direttore tecnico della società friulana era niente meno che Gipo Viani, mitico ex allenatore milanista e della nazionale che rimase impressionato dalle qualità tecniche di Rizzo e al quale confidò che con quei numeri, egli avrebbe potuto benissimo calcare i campi di serie A; dopo pochi mesi, nel gennaio ’69 il mitico allenatore morirà e a fine campionato, all’età di 29 anni, Rizzo, sposato da qualche anno, deciderà di smettere di giocare.
Lavorerà nel settore trasporti e diventerà un campione di bocce per la Serenissima di Venezia, disputando e vincendo molte gare e medaglie. Abbiamo incontrato Mario Rizzo a Mesagne qualche settimana fa, con Bruno Grande (ex capitano gialloble) e Roberto Leo (difensore mesagnese degli anni’60, dirigente in pensione della Camera di Commercio di Brindisi). Rizzo, settantaseienne, viene periodicamente a Brindisi dove ha una suocera centenaria e spesso si incontra con i vecchi compagni di calcio tra cui anche Alberto Daccico e Rodolfo Conte, tutti ex di quegli anni. Abbiamo scoperto che qualche anno fa era andato a vedere il nuovo stadio “Alberto Guarini”, egli ricorda sempre con piacere e nostalgia gli anni trascorsi qui, il calore del pubblico mesagnese e augura al Mesagne di conquistare la permanenza in Eccellenza. Mesagne rimane una tappa importante nella carriera di Mario Rizzo, è stata la città nella quale ha giocato più a lungo, e anche noi possiamo essere orgogliosi di aver avuto per 4 anni nella nostra squadra un talento calcistico dalle giocate irresistibili, che come disse Gipo Viani, avrebbe potuto calcare campi ben più prestigiosi.
Giovanni Galeone
Nella foto una formazione del Mesagne ’65-66 con Leo, Grande e Rizzo (accanto a Rizzo, Alessandro Distante, oggi Presidente dell’Isbem) e una foto dei 3 compagni oggi, nello stesso ordine.