Roberto Potì, manca ormai da otto anni.
Un ricordo, tante emozioni... Sembra ieri, sembra sia partito per una delle innumerevoli gare fuori casa,
a rappresentare e a difendere i colori gialloblù della sua città; sono trascorsi ormai otto anni dalla sua dipartita. Manca il suo sorriso, manca nei momenti importanti, quando hai bisogno di qualcuno insieme al quale risolvere un problema, manca tantissimo dal punto di vista umano. Basta chiudere gli occhi e riascoltare le sue parole, il suo tono di voce: fermezza e pudore, cuore e ragione… nessuno strepitio, solo tante cose belle messe in fila con candore ed eleganza. Poi quando si riaprono gli occhi, si rivedono anche le gesta: le corse; i contrasti, sempre corretti ed eleganti; le braccia alzate dopo una vittoria; l’amore per i compagni, gli sportivi, gli amici; l’orgoglio nell’indossare la maglia gialloblù.
Non è vero che il mondo è avaro di storie… tutto il contrario! Le storie sono ovunque, bisogna solo avere il coraggio di cercarle nei meandri impolverati della memoria; Roberto ne ha vissuta una, di storia, durata una quarantina d’anni, prima come calciatore, poi come allenatore e infine come presidente, su quel campo sportivo ora diventato parco, dimostrando un amore sconfinato verso i colori gialloblu. Roberto era uno di quei calciatori in grado di sposare una causa, senza ripensamenti, senza l’occhio rivolto al business. Lo sport ha il potere di creare speranza ed unire le persone e, Roberto, ha cercato di farlo con tutte le sue forze. Calciatori sui campi di calcio ne passano tanti, ma sono poche le figure che si distinguono per il loro stile di gioco ma soprattutto di umanità.
Roberto credeva molto nei settori giovanili, perché lì si trova l’essenza vera del gioco, quello fatto di poesia e non di business; è nei giovani che si trova ancora il cuore e l’attaccamento alla maglia… come quello che ha sempre avuto Roberto.