Liberi e Uguali (coordinamento Brindisi): a Porto Tolle si e a Brindisi no?

A Brindisi abbiamo due grandi questioni da affrontare nell’imminente futuro. La questione della centrale Enel di Cerano e quella dell’impianto A2A (ex centrale Brindisi nord).
 

La dismissione della centrale di Cerano che, stando agli stessi programmi di Enel e della strategia energetica nazionale, dovrebbe avvenire nel giro di pochi anni (2025) preoccupa molto per una questione occupazionale in un territorio già devastato dalla carenza di lavoro.

Enel su tutto il territorio nazionale ha programmato la riconversione delle centrali in via di chiusura. Esiste un programma specifico che si chiama futur e. Dal sito dell’azienda si legge: ‘’Futur-e nasce come percorso di economia circolare per dare nuova vita a 23 centrali termoelettriche. Impianti che hanno sostenuto la crescita industriale del nostro Paese e che oggi, attraverso la collaborazione con i territori e la creazione di valore condiviso, possono raccontare nuove storie di sviluppo e innovazione sostenibile.”

L’altro giorno a Porto Tolle (Rovigo),nel cuore del Delta del Po, è stato presentato il piano di riconversione della ex centrale Enel, una gemella di quella di Cerano (4 gruppi di 660 MW). Dall’energia al turismo! Dove c’erano serbatoi di olio combustibile e turbine, sorgerà un grande villaggio turistico ispirato a natura e ambiente.

Un villaggio turistico open air, sviluppo di un polo per gli sport d’acqua, apertura di un centro per la valorizzazione delle eccellenze paesaggistiche, ambientali, artigianali ed enogastronomiche  dell’area, sviluppo del pescaturismo, dell’ittiturismo. La notizia è apparsa il 17 aprile sul Sole 24 ore. 

L’operazione Porto Tolle, ricordano dall’Enel, fa parte del programma Futur-e, lanciato da Enel per riqualificare i siti di 23 centrali che hanno concluso il loro ruolo nel sistema energetico o stanno per farlo. Attraverso soluzioni sostenibili e innovative, le dismissioni degli impianti diventano nuove opportunità per i territori che le ospitano.

Sul nostro territorio insistono due siti di centrali energetiche, una, quella  di fronte al castello Alfonsino, ha esaurito da tempo il suo ruolo e non a caso è da anni ferma, l’altra quella di Cerano lo sta per fare (la stessa Enel ne prevede la chiusura nel 2025).

E allora la domanda che sorge: perché a Rovigo si e a Brindisi no?

Anche a Brindisi è arrivato il momento di avviare un percorso di questo tipo. Una chiusura programmata con una riconversione dei due siti  verso una economia circolare e verso la sostenibilità ambientale può essere una occasione irripetibile per il territorio.

Non c’è da fare allarmismi e ne’ tantomeno terrorismo per una chiusura che può significare molto in termini di occupazione se si interviene per tempo e con una giusta programmazione. In altri siti, come a Porto Tolle, a Porto Marghera, a Carpi dove Enel ha previsto di riconvertire il sito in polo logistico per le attività del gruppo, o a Bari, si è avviato un iter idoneo utilizzando concorsi di progetti che tengono conto delle aspettative dei territori interessati.

Le  idee per il rilancio dei siti presentate riguardano l’integrazione di differenti destinazioni d’uso, principalmente turistico-ricettive, ludiche e culturali, oltre che produttive. E i nostri due siti si prestano benissimo per progetti di questa natura.

Lo stesso iter a nostro avviso dovrebbe  essere seguito per la riqualificazione dell’area di A2A in prossimità del porto. E’ impensabile che sul porto, di fronte al castello alfonsino si possano progettare ancora  insediamenti di tipo industriale come quelli presentati da A2A reiterando errori del passato che hanno compromesso pesantemente lo sviluppo della città e dello stesso porto.

Così come, data la disponibilità di Enel ad  aprire un confronto con i territori interessati per progetti condivisi e pur non essendo ancora inserito il sito di Cerano nell’elenco delle dismissioni, iniziare a pensare e a progettare assieme può servire ad evitare inutili contrapposizioni e furbizie. Il 2025 non è lontano. E  Brindisi non è diversa da Rovigo.

Dalla dismissione delle centrali possono scaturire occasioni di lavoro molto più importanti di quelle attuali. E se lo dice la stessa Enel......

Coordinamento cittadino di Liberi e Uguali

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