Elezioni amministrative a Mesagne: i candidati sindaco visti “da lontano” (di Cosimo Greco)
Caro direttore,
seguo da sempre e assiduamente le vicende della nostra città.
Traggo informazioni da amici e parenti che vivono a Mesagne, dal web in genere, dai cosiddetti social network, dai quotidiani on-line editi nel territorio comunale e provinciale. Tutti noi che viviamo Mesagne “da lontano” non possiamo che aggiornarci secondo queste modalità … né potrebbero bastare le poche volte che si viene a Mesagne (io non ho mai saltato un anno in circa quarantasette che mi vedono residente altrove).
Le elezioni comunali sono imminenti, la campagna elettorale è ormai entrata nel vivo e io vorrei dare un mio contributo sviluppando alcune considerazioni sui candidati sindaco. Sto avendo qualche difficoltà a reperire i programmi dei cinque candidati, ma devo dire che studiare i programmi ha un’importanza relativa: ci mancherebbe che promettessero cose disdicevoli. Se dovessi ricorrere a un luogo comune, direi che tutti promettono di tutto. I programmi sono più importanti “a posteriori”, giusto per verificare che le promesse siano state mantenute o in che misura siano state mantenute.
Più che il programma è quindi importante analizzare la credibilità del candidato.
Non conosco personalmente nessuno dei cinque candidati, ma qualche idea me la sono fatta sulla base di informazioni reperite secondo le modalità di cui sopra. Vado per ordine alfabetico (non anteporrò i titoli).
Antonio Calabrese, professione: dirigente presso il Ministero della Difesa. Appoggiato dal movimento di Federico Pizzarotti e da una lista civica, si è impegnato in prima persona in alcune battaglie civiche più o meno importanti. Ho seguito una sua videointervista, mi è sembrato un candidato pragmatico e serio. Non penso abbia possibilità di vittoria, ma sarebbe interessante sapere come si schiererebbe in caso di ballottaggio.
Carmine Dimastrodonato, professione: agente immobiliare. Ha vinto le primarie del centrodestra con quasi il 59% contro un piccato Walter Zezza. Se ho capito bene, il partito di Forza Italia non presenta una sua lista e quindi non appoggia Dimastrodonato. È Invece appoggiato da Fratelli d’Italia e dalla Lega. Ho avuto modo di incontrare Dimastrodonato nella sua veste di agente immobiliare e ho potuto apprezzarne la professionalità e la solerzia. Apprezzabili anche alcune sue battaglie civiche, prima fra tutte quella contro le cartelle dell’ARNEO. Proveniente da una lista civica (ai tempi del sindaco Incalza) è ora finito con la destra più destra in compagnia di Salvini. Evidentemente Dimastrodonato ha dimenticato le gravissime offese che quel (vecchio) partito e Salvini in particolare hanno rivolto ai Meridionali per più di un ventennio.
Dimastrodonato, comunque, potrebbe rivelarsi la sorpresa di queste elezioni amministrative.
Carlo Ferraro, professione: professore ordinario presso la Scuola di Belle Arti di Bari. Il suo curriculum professionale è molto ricco e di tutto rispetto. Nel passato ha avuto una breve esperienza politica in Rifondazione Comunista. Dopodiché non ha più aderito ad alcun movimento tenendosi lontano, come afferma lui stesso, dalle “ideologie”. È approdato al M5S da poco tempo.
Molto difficile che a Mesagne prenda lo stesso numero di voti che il suo sponsor principale, l’on. Giovanni Luca Aresta, ha preso nelle precedenti elezioni politiche: le condizioni al contorno sono molto cambiate. Se a Mesagne è rimasta un pochino dell’aria del 4 marzo 2018, possibile che Ferraro possa arrivare al ballottaggio, ma a causa dei passi falsi che il M5S ha commesso ultimamente, non penso che ciò succederà. Afferma che buoni motivi per votarlo sono i seguenti: non ha legami o amicizie pericolose, non ha promesse da mantere né compromessi in atto.
Rimprovera al suo competitor Matarrelli di non avere citato la parola “onestà” nel proprio programma elettorale.
Una nota personale: non lo conosco personalmente, ma da giovanissimo ho conosciuto suo padre, a cui somiglia moltissimo, e i suoi zii Nuccio, Bruno e Ciccillo. Suo padre era democristiano, i suoi zii comunisti. I nostri nonni paterni abitavano gli uni affianco agli altri.
Toni Matarrelli, professione: non nota. A causa dei suoi trascorsi e quindi della sua notorietà è il candidato di cui sono disponibili più informazioni. Fui facile profeta in un mio precedente commento pubblico ipotizzando una domanda con relativa risposta: Si candiderà alla carica di sindaco di Mesagne? Chiaro, la risposta sarebbe stata positiva, magari protetta dal solito “… se me lo chiedono, se insistono …”. E così è stato, ma ci ha pensato molto … direi da prima del 4 marzo 2018.
Ho avuto modo di commentare il suo agire politico in varie occasioni. Vedasi per esempio qui (recente):
https://www.mesagne.net/politica-palazzo/9175-crisi-al-comune-cosa-ne-penso-di-cosimo-greco
oppure il mio commento qui (più remoto):
Dopo la sua esperienza come deputato della repubblica, non è dato sapere di cosa si viva, il suo curriculum pubblico non lo dice.
I maggiori sponsor del candidato Matarrelli sono quel fenomeno del governatore pugliese Michele Emiliano e quell’altro fenomeno dell’assessore regionale Cosimo Borraccino (ex LeU). Emiliano, per contro, in un suo intervento ripreso da più testate, ha tentato di infangare l’onorabilità e di mettere in dubbio la serietà della candidata Rosanna Saracino: Matarrelli non ha fatto seguire alcuna presa di distanza da Emiliano. Probabile inoltre che Toni Matarrelli abbia anche qualche sponsor tra gli imprenditori del posto (non si sa mai, forse un politico che vanta entrature nella regione e fuori, amico di Emiliano, può far comodo).
Penso che l’intervento del governatore Emiliano, contro la Saracino e la di lei coalizione, sia stato dettato (o scritto) da Matarrelli o da uno dei suoi: vi si legge un riferimento a “contare le ghiande” in Villa, che è tipico di un mesagnese, non certo di Emiliano (ricordate? si diceva anche “scrafàzza gnandi sott’alla Villa” per indicare un fannullone).
Risposte a Emiliano (e indirettamente a Matarrelli) sono state date da molte persone e personalità di Mesagne; vedasi per esempio qui:
e qui:
Matarrelli invita ad ogni piè sospinto di concentrarsi sui programmi per la città e non sulle persone: secondo me non deve essere così. Si crede nel programma se si crede nella persona: un bellissimo programma portato avanti da una persona incapace e/o inaffidabile e/o che cura innanzitutto i propri interessi è destinato a restare lettera morta. Per contro, mi fiderei molto di una persona onesta, altruista e interessata al bene comune anche se il suo fosse un programma così e così, certo del fatto che un tale tipo di persona saprebbe studiare umilmente e in tempo-reale al fine di trovare la migliore soluzione per il bene comune, anche adattando il programma originario.
Vengo perciò alle esperienze, alle caratteristiche e alle capacità del candidato Matarrelli, tanto sottolineate dallo stesso e dai suoi alleati: si millantano capacità taumaturgiche legate al fatto che il Matarrelli è stato consigliere comunale, poi consigliere provinciale, poi consigliere regionale infine deputato della repubblica. Come se l’avere occupato dette poltrone fosse garanzia di altruismo, di interesse e aiuto per la cosa pubblica, di onestà politica e intellettuale. Invece, l’occupare tante poltrone potrebbe essere dovuto a ottime capacità manovriere, magari integrate da sufficienti capacità dialettiche e dall’uso di tecniche di “sentiment analysis” (NB: quest’ultima è una tecnica che ha contribuito enormemente al successo attuale di Salvini; basterà cercare sul web “sentiment analysis” e si aprirà tutto un interessante e inquietante mondo). Naturalmente il manovratore ha successo se gli altri si fanno manovrare, che ne siano coscienti (per interesse) o non coscienti (per ingenuità). Mi chiedo però: se il Matarrelli vanta tutta questa esperienza, tutta questa abilità e tutti questi contatti ed entrature – che metterà a disposizione della città, ci mancherebbe altro – come mai con l’ospedale di Mesagne siamo messi così male? Risultato del suo impegno (e di quello di Emiliano): ospedale come fosse raso al suolo. Tratterà così tutte le altre questioni di Mesagne?
Infine, a proposito dei suoi contatti e delle sue manovre, penosa è stata la manfrina messa in atto con il nostro campione Carlo Molfetta: quello offre la candidatura a sindaco; l’altro ringrazia e rifiuta (per fortuna sua e nostra!); quello che pensieroso e concentrato cogita se accettare o meno lui la candidatura. E figurarsi se rifiutava. C’è da chiedersi: Carlo Molfetta si è prestato alla manfrina o ne è stato vittima ingenua? No, perché ha interpretato il ruolo di foglia di fico di Matarrelli: “Vedete? Non volevo candidarmi io! Io volevo Carlo Molfetta, che purtroppo ha rifiutato. Adesso tutti mi chiedono di sacrificarmi, ci penserò … accetto”.
Vengo ai dati quantitativi. Fonti: Camera dei Deputati e Openpolis. Rispettivamente:
www.camera.it e www.openpolis.it
In una intervista video Matarrelli vanta che alla camera ha prodotto circa 200 atti da primo firmatario e circa 3000 come cofirmatario. In realtà, tolti gli emendamenti (che poco impegno implicano, specialmente se cofirmati) sono certificati 155 atti come primo firmatario e 881 come cofirmatario. Contando anche gli emendamenti il nostro arriva esattamente a 197 e a 2858 rispettivamente. Non risulta essere mai stato relatore.
Ma aldilà del numero degli atti, l’indice di produttività è buono, alto, basso, sufficiente? Spulciando la classifica dei 623 deputati, censiti in termini di indice di produttività, si scopre che il primo in classifica ha un indice di 1.752,49, l’ultimo ha un indice di 0,78; Matarrelli ha un indice di 173,79, molto sotto la media. Addirittura, in una classifica su scala lineare, che vada dal posto numero 1 (il migliore) al posto numero 100 (il peggiore), è come se il Matarrelli si fosse classificato al posto numero 90, quindi fra gli ultimi, fra i peggiori. Questo sulla produttività è un dato che gli entusiasti di Matarrelli – e lui medesimo – tacciono accuratamente … e non va bene. Oppure gli entusiasti di Matarrelli non hanno capito con chi hanno a che fare? Oppure ancora, non vogliono capire?
Un altro indicatore delle “abilità” di Matarrelli è il voto favorevole all’Italicum. Non è il caso di sottolineare ancora una volta le motivazioni di tale voto (tentativo di avvicinamento al PD di Renzi?). C’è però da chiedersi: se l’ex deputato Matarrelli è tanto bravo come dicono, perché non si è accorto che l’Italicum era incostituzionale, quantomeno in parte? Non è stato bravo.
Poi c’è un altro indicatore di qualità di un deputato: le assenze in genere e le assenze alle votazioni elettroniche chiave in particolare (NB: Openpolis definisce tali “… le votazioni più importanti della legislatura sia per la rilevanza della materia trattata, sia per il valore politico del voto”). Matarrelli è risultato assente in 86 su 201 delle votazioni chiave (43%). Delle 86 ne elenco solo alcune delle più importanti, che avrebbero dovuto essere più importanti anche per il Matarrelli:
Riforma codice antimafia
Decreto vaccini
Ddl abolizione vitalizi
Introduzione del delitto di tortura
Decreto migranti
Ddl Costituzionale: Riforma Senato & Titolo V
Decreto Cessione Ilva
Ddl La Buona Scuola
Anti-Corruzione
Mozione Riconoscimento Palestina
Legge Delega Jobs Act
Ddl Esodati
Decreto Anti-Femminicidio
Sospensione IMU e Rifinanziamento CIG.
Era però presente, come già detto, alla votazione sull’Italicum.
Sempre a proposito dei dati quantitativi, vorrei commentare la tanto sbandierata rinuncia di Matarrelli al vitalizio della Regione Puglia (è stato consigliere regionale dal 29/03/2010 al 06/05/2013). Allo scopo vale la pena di leggere questo articolo:
Lo riassumo qui di seguito.
La legge permette di recepire il vitalizio della Regione Puglia (con cadenza mensile) solo a partire dall’età di 55 anni, ma permette anche di rinunciarvi subito e da subito ricevere la restituzione dei contributi trattenuti sulla busta paga da consigliere regionale. Inoltre, se ho capito bene, a questa restituzione si dovrebbe aggiungere l’assegno di fine mandato. Conclusione: i consiglieri più giovani, nel timore che in attesa del 55.o anno di età la legge cambi drasticamente, anche con effetti retroattivi, facendo quindi perdere la possibilità di incassare il vitalizio, hanno “astutamente” optato per intascare i contributi subito a fine mandato. La fonte sopra citata riporta che Matarrelli ha incassato 65.000 (sessantacinquemila) euro. Stessa convenienza per i consiglieri più anziani, per esempio di 75 o più anni: nel timore di un’aspettativa di vita molto breve e di una legge retroattiva, al vitalizio potrebbero preferire la restituzione dei contributi subito. Insomma, in tutti e due i casi, meglio l’uovo oggi che la gallina domani.
Dietro la rinuncia al vitalizio potrebbe quindi esserci un calcolo opportunistico e non un limpido comportamento etico di cui vantarsi. Se a tutto ciò si sommano l’assegno di fine mandato regionale e l’assegno di fine mandato parlamentare (non mi risulta che vi abbia rinunciato, verificherò), allora la faccenda diventa ancora più … seria.
Per questa scelta Matarrelli è stato accusato di populismo. La piccata risposta di Matarrelli è stata una non risposta. Ha comunque preferito tacere di avere incassato i 65.000 euro di contributi e anche gli assegni di fine mandato (questi ultimi da verificare). Beninteso, tutto lecito e legale, ma il nostro è in assoluta cattiva fede se rivela solo la metà (conveniente) della verità. Pongo una domanda: si può dire che Matarrelli più che populista sia stato quantomeno reticente?
NB: se si vuole avere un’idea di quanto un consigliere regionale riesca a percepire attualmente, si vada per esempio al seguente link:
Un altro calcolo opportunistico, per come l’ho capita io, è l’alleanza con Gino Vizzino. Non che questi sia di sinistra come lo era Matarrelli, ma perché Vizzino, a motivo della sua professione – che esercita con molta bravura – poteva e può garantire un grande bacino di voti. Matarrelli, da parte sua garantiva e garantisce contatti “ad alto livello” e un buon bacino di voti degli ingenui elettori di sinistra e degli interessati alleati di centro e di destra. Tutti gli alleati hanno garantito nel 2015 l’elezione di Pompeo Molfetta e oggi garantiscono i voti allo stesso Matarrelli. Verrebbe da chiedersi: cosa Matarrelli ha garantito e/o promesso agli alleati, sia in passato che nel presente che per il futuro?
Un ultimo dato quantitativo: il numero di cambi di casacca del Matarrelli. Per non andare troppo dietro nel tempo, mi limito a partire dal 5 marzo 2013, data della sua proclamazione a deputato della repubblica:
- dal 19 marzo 2013 al 29 aprile 2015: in Sinistra Ecologia e Libertà (SEL);
- dal 29 aprile 2015 al 4 maggio 2015: lascia SEL ed entra nel Gruppo misto, nessuna componente;
- dal 4 maggio 2015 al 17 marzo 2017: nel Gruppo misto, componente Alternativa Libera – Possibile (Civati)
- dal 17 marzo 2017 al 22 marzo 2018: lascia Civati e va con 1-MDP – Liberi e Uguali (LeU);
- non candidato da LeU alle politiche del 4 marzo 2018, ne esce “sdegnato”; nelle sue interviste e nei suoi
articoli dipinge LeU nel peggior modo possibile (ma senza contraddittorio); durante la presente campagna elettorale accetta con entusiasmo la sponsorizzazione di Cosimo Borraccino, assessore regionale allo sviluppo economico; abbandona il suo ex socio Pompeo Molfetta e organizza la sua coalizione, costituita da una pletora di sigle, con pressoché gli stessi supporter che avevano appoggiato Molfetta.
Un ultimo commento, a proposito dei due ex soci Molfetta e Matarrelli. Quest’ultimo rimproverando all’ex sindaco la perdita di contatto con i cittadini, si vanta per contro di ricevere e voler ricevere tutti: in ufficio, al bar, per strada, in Comune. Questo, secondo me, è populismo, è una tecnica suggerita dalla già citata sentiment analysis. A mio avviso ascoltare il cittadino potrebbe andar bene, ma dare la pacca sulle spalle, promettere soluzioni o interessamento non va bene. Il sindaco (o un amministratore pubblico in genere) deve garantire regole e meccanismi validi per tutti; deve garantire la certezza dell’applicazione delle regole e il rispetto dei diritti di tutti, anche di quelli che non vanno a chiedergli interventi o a sottoporgli i loro problemi o a pietire “soluzioni”. Il sindaco, ove mancassero, si occupi di redigere regole e di mettere a punto i meccanismi implementativi, il tutto in pro della totalità della popolazione, specialmente in pro dei “più fragili”. E se regole e meccanismi esistono già vi si attenga e li faccia rispettare.
Alla fine si potrebbe obiettare: Matarrelli è sempre stato eletto con una gran quantità di voti, l’hanno votato tantissimi elettori e gli elettori hanno sempre ragione. Bene, questo luogo comune citato da tutti ad ogni piè sospinto, non mi trova assolutamente d’accordo. La maggioranza degli italiani ha votato spesso per l’Uomo della Provvidenza (altro luogo comune) e molto spesso non ha “avuto ragione”, anzi ha sbagliato. Non mancano esempi addirittura a livello nazionale: la maggioranza degli italiani – credulona, disinformata per principio e pigra – ha appoggiato/votato entusiasticamente Mussolini (ventennio), Berlusconi (ventennio), Renzi (per fortuna non è stato un ventennio). A livello locale la cosa sarà meno drammatica, ma è pericolosa comunque.
Mi scuso per essere stato lungo e “rindondante” (sic), come dice il candidato Matarrelli, ma l’attività pregressa e la notorietà del candidato consentono di reperire una grande mole di dati e di informazioni permettendo di sviluppare analisi approfondite e di svolgere commenti con sufficiente cognizione di causa.
Rosanna Saracino, professione: avvocato. Prima candidata sindaco nella storia di Mesagne. Ha sufficiente esperienza nella politica e nella gestione della cosa pubblica. È un’ottima professionista, apprezzata e rispettata, eppure bersaglio di offese “rozze e sessiste” da parte del governatore Michele Emiliano, socio, amico e sponsor di Toni Matarrelli. A tal proposito condivido in pieno gli interventi in difesa della Saracino, in particolare quelli di Fernando Orsini e di Cosimo Faggiano. Leggasi per esempio qui:
Inoltre la Saracino ha indirettamente subìto il fuoco “amico?” del già citato Borraccino. È peccato pensare che costui appoggia Matarrelli per fare un favore o ringraziare Emiliano che l’ha nominato assessore?
Certo, Rosanna Saracino è del PD per cui spero che la di lei credibilità sia superiore a quella del PD in quanto tale. Perché finché questo partito non si “derenzizza” e non si “decalendizza” completamente, rischia di arrecare danno ai suoi candidati migliori (non che Zingaretti abbia cominciato bene: nella sua prima uscita da segretario del PD è andato a ossequiare Chiamparino e il suo TAV).
Considerazioni di carattere generale. A Mesagne, come altrove, la confusione è tanta e il cittadino non è messo nelle condizioni di capire, non capisce, viene circuito, voterà per chi promette miracoli e sistemazioni o, nel migliore dei casi, voterà il meno peggio … se voterà.
Non si capisce (o si capisce bene?) perché elementi di destra appoggino Matarrelli e non il candidato di centrodestra Dimastrodonato.
Non si capisce perché il candidato di centrodestra Dimastrodonato non sia appoggiato da Forza Italia.
Non si capisce (a me così sembra) perché alcune testate giornalistiche locali diano più spazio a Matarrelli inducendo nel cittadino comune la convinzione che quello sia il meglio offerto dal mercato, il più importante. Ciò succedeva già in marzo 2018: un giornalista concesse a Matarrelli una lunga intervista in cui il nostro poté dire di tutto e di più circa la sua trombatura alle candidature di LeU. Naturalmente non seguì alcuna intervista a rappresentanti di LeU, neanche per diritto di replica.
Non si capisce perché qualche testata giornalistica locale disorienta i cittadini pubblicando articoli con titolo altisonante che dice una cosa e con contenuto che dice un’altra cosa.
Non si capisce perché Michele Emiliano, eletto governatore con abbondante sostegno del PD di Mesagne, non appoggi la candidata del PD (ipotesi a: ritorsione per come il PD di Mesagne ha votato per le primarie? Ipotesi b: interessi comuni, amicizia, col candidato Matarrelli?)
Adesso restano solo da leggere i curricula che tutti i candidati (sindaco e consigliere) sono obbligati a produrre e l’Amministrazione comunale a pubblicare. Personalmente sono curioso di leggerli, ma non mi aspetto granché, visto che tutti i curricula sono autocertificati (saranno almeno in formato europeo?). Spero di poter capire almeno qual è la professione dei candidati e quali sono le esperienze di lavoro pregresse.
NB: l’obbligo di produrre curriculum e certificato penale (sarebbe opportuna anche la dichiarazione dei redditi) deriva dalla legge anticorruzione numero 3 del 9 gennaio 2019 (“spazzacorrotti”). Ai sensi di tale legge dovremmo vedere i curricula dei candidati sui siti web delle liste, a partire dal 12 maggio. Il Comune dovrà a sua volta renderli pubblici sul proprio sito a partire dal 19 maggio p.v.
Scusandomi anticipatamente per eventuali inesattezze, AUGURO A TUTTI UN VOTO INFORMATO.
Cosimo Greco.
PS
Se le persone che mi leggeranno vorranno commentare, spero commentino in modo argomentato e documentato. Ad altro tipo di commenti non risponderò.
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