I topi continuano a sfidare il Sindaco (di Giuseppe Florio).
I topi sfidano il sindaco Scoditti. Dopo i due interventi di derattizzazione ordinati ed eseguiti nel plesso scolastico di via Udine intitolato a Paolo Borsellino, nel fine settimana un nuovo raid di roditori ha sconvolto i genitori dei bambini iscritti alla scuola materna “Don Milani”. Così ieri mattina, zainetti in spalla, i piccoli studenti sono stati riportati a casa da madri e padri angosciati e, comprensibilmente, in preda all'ira.
Se questa è una scuola: lo spettacolo presentatosi agli occhi di maestri e genitori era quanto di più allarmante si possa prefigurare. Le trappole allocate venerdì scorso nell'aula adiacente alla mensa – struttura che serve anche gli alunni della Borsellino - dovrebbero essere state gradite dai minuscoli disgustosi ospiti, perché rinvenute rosicchiate e consumate come un lauto pasto: già nel trambusto della mattinata è poi scattata tra gli angoli delle aule la ricerca delle carcasse dei topi, morti per avvelenamento o per essersi eccessivamente rimpinzati. Il cestone zeppo di giochi per i piccini era ornato di escrementi, inequivocabile segnale dell'avvenuta digestione.
Forse salvo il patrimonio librario di Beppe Patrono (di Giuseppe Florio).
Il patrimonio librario di Beppe Patrono, intellettuale e politico brindisino, non dovrebbe andare perduto, almeno secondo l'impegno informalmente assunto dall'assessore alla Cultura Gianfrancesco Castrignanò. Le ultime volontà di Patrono erano state quelle di destinare l'intero fondo di libri - circa 14mila volumi - a Mesagne, sua città d'adozione: una eredità preziosa che egli, imbibito di cultura azionista, aveva inteso lasciare alle giovani generazioni.
La vedova professoressa Maria Carmela Stridi, interpretando il suo volere, aveva scritto all'amministrazione comunale già nel 2011, intavolando un carteggio presto restato lettera morta.
Add a commentVizzino: mai con il Pd. Bene Molfetta (di Giuseppe Florio)..
È difficile immaginarlo fuori dai gangheri, in famiglia o con la folla di utenti che lo aspetta, lo assilla, lo assedia. E non sarà neppure per la longeva militanza sindacale, una paziente attività di ascolto e risoluzione di problemi che ha da tempo reso il “suo” patronato più forte in termini di iscritti perfino della CGIL nella rossa Mesagne.
No, Luigi Vizzino, Gino per tutti, è proprio imperturbabile per identità genetica. Ma qualcosa che lo ha irritato negli ultimi tempi in realtà c'è stato, ed ha coinciso con il rimpasto di giunta attraverso il quale la componente vizziniana è stata estromessa dopo 3 anni dal governo della città.
Che giudizio dà dell'amministrazione comunale?
Add a commentProgettiamo Mesagne corteggiato da destra e da sinistra (di Giuseppe Florio).
La carta jolly delle prossime elezioni amministrative, è facile scommetterlo, sarà la collocazione del movimento civico ProgettiAmo Mesagne. Nato da una federazione tra la fu Nuova Italia Popolare ed alcuni partiti (il Nuovo PSI), associazioni, esponenti del mondo delle professioni e delle battaglie civili, oggi sembra sedere sul trono del televisivo «tronista»: che viene corteggiato da destra e sinistra ma non cede ancora alle lusinghe. Prima o poi, però, dovrà scegliere e lì si potrebbe giocare la partita di chi governerà Mesagne.
Moderata (quasi sempre) nei toni ma agguerrita nei contenuti, questa federazione ha rappresentato l'unico dato di novità nella consiliatura in via di consumazione.
Add a commentI ratti: una nota di Giuseppe Florio ed il comunicato dell'Amministrazione.
Non saranno i 300 milioni di topi calcolati qualche anno addietro come plausibile cifra della popolazione di ratti nella Capitale, poi divenuti i protagonisti di una deliziosa canzone di De Gregori, ma la misura è comunque colma.
Sono più che sufficienti infatti i roditori avvistati – tra quelli vivi e particolarmente veloci a sfrecciare alla vista e quelli morti – negli ambienti del plesso scolastico di via Udine intestato a Paolo Borsellino. Alle segnalazioni di genitori giustamente preoccupati sono seguiti opportuni solleciti alle autorità competenti (scolastiche e comunali), risolte, secondo la denuncia di un gruppo di padri e madri, nel consueto italico nulla di fatto.
Add a commentAl tavolo del centrodestra regna il sospetto (di Giuseppe Florio).
E' stato il sospetto il convitato di pietra al tavolo del centrodestra finalmente riunito, dopo lunghe e penose malattie, nella serata di mercoledì su stringente sollecitazione di Forza Italia. Presenti tutti gli altri soggetti politici tradizionalmente collocabili nello schieramento conservatore o perlomeno all'opposizione dell'amministrazione Scoditti: Mesagne Moderata, ProgettiAmo Mesagne, Mesagne Futura, Fratelli d'Italia. Assente il movimento Civico 26 che, pur invitato, ha declinato la cortesia, preferendo nelle medesime ore incontrare il Partito Democratico.
«L'esito dell'incontro è stato interlocutorio e sostanzialmente positivo», e questo secondo le formule di rito sciorinate dai dirigenti di Forza Italia, paghi per aver almeno chiuso in una stessa stanza i possibili interlocutori. Nella realtà, si è concluso con un nulla di fatto, rinviando le decisioni più impellenti al prossimo 17 novembre, ennesima dilazione che la dice lunga sulla unanime volontà di procedere verso un cammino comune.
Ture: sosterrò Molfetta come sindaco (di Giuseppe Florio).
Sarà pure un democristiano di ultima generazione – un cattolico democratico, un centrista moderato e riflessivo, amabile nei rapporti umani – ma evidentemente ha deciso di non mandarle a dire. Omar Ture, consigliere comunale indipendente dopo una recente esperienza nella Lista Ferrarese ed una precedente, anche più significativa, in Forza Italia, rompe gli indugi.
Sottraendosi alla melina delle chiacchiere di Palazzo o dei concistori nelle segreterie, sceglie la tribuna della Gazzetta per parlare apertamente, prendere posizione, anche con una certa dose di coraggio: «Sosterrò Pompeo Molfetta alla carica di sindaco senza se e senza ma. Sorvolo sulle doti umane e professionali per non apparire scontato. Ne ho potuto apprezzare le doti politiche in questi mesi di consiliatura al suo fianco nella massima assise, nelle conferenze e nelle commissioni.
Add a commentIl PD al bivio: primarie sì, primarie no.
La vertenza delle primarie impegna non poco la riflessione (ed a tratti il travaglio) del Partito Democratico, sospeso tra la decisione di consumare le consultazioni e l'ipotesi di saltare un giro. La questione non è di poco conto.
Nel primo caso il partito di maggioranza relativa potrebbe rischiare una conta interna: e ciò data la possibile assenza di partiti alleati e quindi di competitor alla carica di sindaco. Lo si capirà nelle prossime settimane e certamente all'indomani delle primarie, quando cioè i movimenti centristi (la Lista civica Vizzino anzitutto, e poi quello che fa capo all'assessore Castrignanò ed al consigliere Ture) disveleranno le proprie intenzioni: ovvero se partecipare alla ricostituzione del vecchio centrosinistra o abbandonare il campo e giocarsi la partita con Pompeo Molfetta.
Add a commentRenzi & Picierno (di Homo Videns).
Sabato scorso era la festa di Ognissanti e, come sapete, gli uffici pubblici erano chiusi. Così, se volevi andare alle Poste per fare una raccomandata, dovevi aspettare il lunedì. Chiusa anche la Questura, la Prefettura; chiuse anche le Scuole… e ti sei dovuto tenere i ragazzi a casa.
Meno male che quest’anno la festa è caduta di sabato, se no toccava far festa anche ai dipendenti comunali. Però, chi avesse avuto bisogno di un’officina, le ha trovate chiuse anche quelle. Ma vi pare possibile? In una Nazione civile come l’Italia?
Ora, non si capisce perché, quando c’è una festa, chi lavora ha diritto ad una giornata pagata e chi non lavora non ne ha alcun diritto. Ma vi pare giusto? Eh, no! Piove sempre sul bagnato! Il disoccupato è già disoccupato, e non gli tocca niente. Quello che lavora, non solo prende uno stipendio, ma si busca anche una giornata in regalo!
Add a commentLe riflessioni sul futuro del centrosinistra dell'uomo che scelse Scoditti (di Giuseppe Florio).
Se il PD avesse avuto il profilo asciutto ed affilato di Giovanni Galeone, qualche cosa di diverso l'avrebbe negli ultimi tempi quagliata. «Semplice militante», come suole definirsi, allo stringere è una delle menti che più autorevolmente esercita la ragion politica, ed il suo pulpito viene ascoltato. Come quando, quasi 5 anni addietro, per tirare il centrosinistra fuori dalle secche del muro contro muro con SEL, coniò la candidatura - poi risultata vincente – di Franco Scoditti.
Eterodosso quanto ad intuizioni e capacità di analisi, togliattianamente ortodosso per il senso dell'appartenenza al partito, oggi Galeone è ancora l'agente di una riflessione supplementare, l'avanguardia di quei settori del partito a cui proprio non scende giù l'ipotesi di scegliere tout court un candidato interno da contrapporre a Molfetta soltanto per il maggior peso elettorale.
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